07 settembre 2008

Spese ingiustificate? Contestazioni a Padula per la mostra di ABO…

 

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Il cartello esposto dal contestatore
Lo registriamo con il più ampio beneficio di inventario, non avendo la possibilità né l’intenzione di verificare i dati. Fatto sta che la contestazione è stata alquanto eclatante, ed era difficile non notarla. Oggetto della protesta la mostra Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco, curata da Achille Bonito Oliva presso la Certosa di San Lorenzo a Padula, nel salernitano. Con un tale, vistosamente incatenato, ed altrettanto vistosamente scatenato per i 390mila euro – a suo dire – spesi per la mostra. Soldi ingiustificati, se – sempre come gridava il personaggio durante la vernice – le opere in mostra, per lo più, sono autoprodotte e donate dall’artista in comodato d’uso, le hostess che hanno accolto i visitatori lo scorso anno non sono ancora state pagate, se quest’anno la mostra sarà visitabile solo su appuntamento. Si attendono repliche…

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La scheda della mostra

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8 Commenti

  1. si sa che la sovrinendenza di avellino straspende senza pensare e lascia noi poveri artisti emergenti a pagare le spese per le mostre che organizziamo senza un minimo di supporto. poi che bonito oliva mangi è un altro paio di maniche, ma ci sta. è il costo di un servizio, lui ha i contatti, i giornali, le televisioni, la rilevanza nazionale. senza di lui non c’è l’evento e in questo mondo senza evento i soldi e l’immagine non tornano. o fate come me ed emigrate sulla luna o fate i conti con una realtà che può non piacervi ma questa è.
    stefano spina

  2. non per dire ma Padula è provincia di Salerno, non di Avellino!
    Comunque il caso se esiste, nasce dal fatto che c’è una performance di “uno che si muove” e quindi ci si interroga su quali costi concreti possano giustificare una tale spesa.
    Le performance e la video arte convengono perchè riempiono gli spazi e creano un evento a coti minimi (anche per il trasporto) e con grossi ricavi economici o d’immagine spesso non per l’artista ma per chi organizza.
    Io preferisco l’arte legata alla materia e se ho voglia di vedere uno spettacolo non mi accontento di 5 minuti di video o mimo ma vado a teatro a vedere qualche spettacolo di teatro sperimentale.

  3. I LOVE ABO
    Ma qui non apporta nulla nemmeno in termini di immagine, visto che opera nel suo stesso feudo, nel quale opera da anni con le stesse modalità, e dove quindi ha già “speso” ciò che c’era di spendibile in quel senso.

  4. “Questo quadro diverrà opera d’arte a tutti gli effetti solo se avallato da Achille Bonito Oliva”. Così è scritto su uno dei miei testamenti esposti per la prima volta al MLAC (Museo Laboratorio di Arte Contemporanea) nel maggio 2003. Consapevole di non affermare nulla d’inverosimile o strepitoso, mai avrei pensato a un’immediata e clamorosa conferma come in realtà è avvenuto. Infatti, è ormai noto a tutti che l’opera del giovane artista Rocco Dubbini, che ritrae Achille Bonito Oliva, è stata venduta a Bologna, a ben 50 mila Euro, durante Artefiera 2006. Fatto alquanto imbarazzante, a detta dello stesso Rocco, se si pensa che vi sono fior fior di grandi artisti che certe cifre se le sognano la notte. Subire un balzo di quotazione del genere in poche ore, può far parte del gioco dell’arte e sicuramente non scandalizza più, ma nessuno può impedirci di rifletterci sopra, o forse si? Dice bene Thorsten Kirchhoff “Il quoziente di vendita di un’opera d’arte non misura il quoziente di intelligenza dell’artista”, ma forse quello del critico si? Siamo alla solita storia: i critici sono più importanti degli artisti? Lascio a voi le conclusioni.

    Invece a chi sostiene che esiste una politica dell’arte e tutto questo ne fa parte, io rispondo che preferisco un’arte della politica. Ed è perciò che in un altro mio testamento affermo: “Questo quadro diverrà opera d’arte a tutti gli effetti solo il giorno in cui Rutelli diverrà calvo Berlusconi povero e Bertinotti Presidente della Repubblica”. Visto che Fausto riveste ora la terza carica dello stato, cosa impensabile solo qualche anno fa, visto che Francesco qualche capello lo ha perso, e visto che Silvio mi dicono abbia smarrito il portafogli, oltre che la presidenza del consiglio, alla prossima occasione, consiglierei a voi tutti di fare più attenzione: potreste esserci pure voi in quelle che sono le profezie di Borestamus.

    pino boresta

    Pubblicato su; “Juliet” n. 135 December 2007 – January 2008

  5. non mi sembra il caso di pubblicizzare le bravate di ABo
    e il lavoro di Dubbini, artista mediocre del quale non sentiremo più parlare nel giro di qualche anno.
    FARE DELLO SPIRITO sui soldi guadagnati vendendo fumo,
    non mi sembra il caso

  6. Caro Spina, sono d’accordo con te ma 390.000 euro sono comunque troppi, anche pagando bene Achille la metà sarebbe bastata, in questo paese non c’è il senso del limite e della proporzione ed il mondo dell’arte ne è lo specchio

  7. Damien Hirst docet in fatto di business e di arte-finanza. E’ una scelta di ogni singolo artista e Rocco Dubini, che non conosco, ma al quale auguro grande successo, ha scelto la strada del business, cioè investire per avere un guadagno, cosa normale pe qualsiasi prodotto (guardate cosa spende il settore auto per la pubblicità per scannarsi in questa terribile crisi del settore!!) e non vedo perchè l’arte dovrebbe essere esclusa. Non è escluso a tal proposito che il manifesto sia “finto” proprio per creare una provocazione e far parlare dell’artista: è uno dei tanti stratagemmi della comunicazione!Altro discorso sono i soldi spesi da un’amministrazione pubblica per un servizio pubblico che troppo spesso diventa un servizio “privato” per distribuire favori e altro. Allora è giusto indagare per verificarne la congruità. E questo spetta al contribuente segnalarlo e al magistrato accertarlo.

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