09 giugno 2009

Riecco Basilea, e le sue fiere. Terra promessa per le gallerie italiane…

 

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67493
Siamo sempre lì, quando i temi artistici si incrociano con il mercato, ecco che ci tocca contestualizzare il tutto con la crisi economica in atto. Ci è capitato di affermare una cosa, e di essere subito dopo smentiti, come capita anche ai più accreditati guru globali. Per una volta dunque ci affidiamo ad un numero secco: 47 (e i napoletani toccheranno ferro…). Quarantasette: tante sono le gallerie italiane che accorrono a Basilea dove va in scena il lungo weekend della fiera più prestigiosa – e anche più costosa – del mondo, Art Basel, e delle sue sempre più rampanti consorelle. Dunque: si può parlare di crisi con tanti operatori pronti a investire cifre considerevoli per esserci? Si può parlare di crisi di fronte a un aumento dei partecipanti tricolori di quasi il 25 per cento (lo scorso anno furono in 39)? A ognuno le sue conclusioni.
Intanto apprestiamoci a festeggiare dal 10 al 14 giugno i primi quarant’anni di Art Basel, fiera della quale molto vi abbiamo già detto via via che le informazioni giungevano. Ancora qualche numero: 300 le gallerie espositrici selezionate su oltre 1100 candidature, quasi 3mila artisti rappresentati, 60mila visitatori previsti in arrivo da tutto il mondo, con oltre 2mila giornalisti accreditati.
Gallerie italiane: comincia proprio da qui il trend positivo, con i partecipanti che salgono a 22, dai venti dello scorso anno. Confermano la presenza nella main section Art Galleries le milanesi De Carlo, Emi Fontana, Arte Studio Invernizzi, Giò Marconi, Christian Stein, Tega, Zero, le torinesi Noero e Persano, le veronesi Galleria dello Scudo e Studio La Città, Minini da Brescia, Artiaco da Napoli, il Magazzino da Roma e Continua da San Gimignano, mentre torna dopo uno stop la napoletana Raucci/Santamaria. Art Premiere vede la presenza di Lia Rumma e Tucci Russo, mentre Art Statements è presidiata dalle napoletane Fonti e T293 e dalla milanese Francesca Kaufmann. Solitario a tenere la bandiera italiana in Art Edition l’habitué Marco Noire.
Ancora due parole per parlare de Il Tempo del Postino, spettacolare appuntamento al Teatro di Basilea con una collettiva sperimentale curata da Hans Ulrich Obrist e Philippe Parreno, che propone su una ribalta teatrale alcune rappresentazioni di lavori artistici basati sul tempo. Fra le superstar partecipanti Tacita Dean, Thomas Demand, Matthew Barney & Jonathan Bepler, Olafur Eliasson, Trisha Donnelly, Fischli & Weiss, Anri Sala.
Passano addirittura da una a sei le presenza nostrane alla quinta edizione di Volta, scelta dalle milanesi Galica, Primo Marella e The Flat – Massimo Carasi, dalla napoletana Di Marino e dall’aretina Furini, oltre alla Prometeogallery di Ida Pisani, l’unica presente nel 2008. In crescita anche la multilocata Scope, che vede salire le già tante undici presenze italiche a tredici, dalle solite milanesi Primo Marella, Project B, Amt Alberto Matteo Torri, Pack, Rubin, Mimmo Scognamiglio, alla fiorentina Poggiali e Forconi, a Bonelli (Mantova-Los Angeles), Fabio Paris e PaciArte (Brescia), Gagliardi Art System (Torino), Della Pina Artecontemporanea (Pietrasanta), Factory-Art Contemporanea (Trieste).
Edizione numero tredici invece per Liste, ormai il decano dei satelliti, che in controtendenza registra un calo di italiani, ma dovuto unicamente al fatto che alcune hanno trovato accoglienza in altre fiere. Presenti comunque le milanesi Klerkx e Francesca Minini e la romana Monitor.
Non manca un po’ d’Italia anche a Solo Project 2009, al suo secondo anno, con Paola Verrengia da Salerno, e a Balelatina Hot Art, con artantide.com e Il Torchio Costantini (Milano). (massimo mattioli)

link correlati
www.artbasel.com
www.voltashow.com
www.scope-art.com
www.liste.ch
www.the-solo-project.com
www.hot-art-fair.com

[exibart]

4 Commenti

  1. Sarebbe una bella occasione per presentare alcuni contenuti inediti e innovativi. Ma gli artisti italiani coinvolti (apparte pochissime eccezzioni) sono le copie degli stranieri. E allora finisce che le gallerie ci sono e ci saranno ma non si incide.

  2. “e perché copiano?”

    Se non stanno nell’ortodossia neo-accademica, non gli fanno neanche vedere il portone della fiera.

  3. Io in qualità di pittore e artista penso che la pittura non ha niente a che fare con la scuola e l’insegnamento! e’ un contro senso. La pittura stessa; per i prescielti che la producono insegna tutto il necessario.
    per vivere in fede e felici in qualsiasi condizioni di vita.Dico fede perchè per quanto mi riguarda è e dovrebbe essere riconosciuta come religione oltre ad essere una filosofia di vita. E’ l’arte stessa che si manifesta in noi,sensza limiti di età, perchè il tempo e lo spazio non ci sono per questa ENTITA’ In molti ho sentito che l’accademia li ha dannegiati. Io lo credo perchè chi è già artista sà già cosa fare.Perchè è stato baciato da questa fortuna ma anche una grande sofferenza mischiata a tanta felicità. viene da solo che lo si voglia o no! non ci sarebbe bisogno di interferenze dannosi.salvo però alcune materie che richiedono una certa preparazione accademica …appunto; ma la pittura è altro infatti di pittori pochi…
    Trattandosi di una scuola come le altre,( in Italia non è riconosciuta neanche come una laurea) Quindi è uguale dappertutto il programma. Mentre l’arte è una scelta di libertà di clausura. digiuni etc etc… Scusate l’acido ma così alle fiere trovate gli stessi lavori creati da artisti formati nelle accademie, senza contare i raccomandati. furbi etc.. etc..
    P.S. questo è un giudizio
    di un pittore dall’antico futuro.

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