30 agosto 2009

Il videogioco anticlandestini della Lega? Indovinate un po’ da chi l’hanno copiato…

 

di

Una schermata del videogioco della Lega e, a destra, quello di Antonio Riello
Probabilmente la notizia, sotto la canicola agostana, è sfuggito ai più. Fatto sta che la Lega Nord ha collocato sulla propria pagina Facebook Rimbalza il clandestino, un videogioco con il quale è possibile rispedire oltre il mare i sans papier che approdano alle nostre coste, che ha sollevato più di qualche polemica in questo momento in cui tanti disperati tentano di arrivare in Italia, anche a costo della vita.
Non ci è sfuggito però che la stessa idea era già venuta all’artista Antonio Riello, che una decina di anni fa aveva realizzato Italiani brava gente, un giochino in cui gli utilizzatori erano invitati a sparare contro gli albanesi che attraversavano il Canale d’Otranto per invadere la penisola. In quel caso, però, era evidente il paradosso e l’intento di critica alla xenofobia che tanto ha contribuito ad alimentare la paura dell’altro… (daniele capra)

[exibart]

4 Commenti

  1. raga, cmq se volessimo stabilire effettivamente chi l’ha fatto prima…gioco un po stupidello, va citato Erzen Shkololli ai tempi della biennale di tirana. la prima, l’ultima interessante fatta da politi prima del grande scivolone. che ancora continua.

  2. beh, a quanto pare da abbatterli a respingerli abbiamo fatto un passo avanti. o meglio indietro, visto che, in tal caso, come si suol dire, a volte ritornano… che un tale si metta a fare giochi idioti (plagiati o meno) con la scusa della xenofobia (tra l’altro argomento trito e ritrito del politicamente corretto, che fa ridere i polli) per sedirsi artista la dice lunga sulla mancanza di fantasia e di talento delle nuove generazioni. visto poi che non e’ un Comandamento divino averne ed applicarne, per costoro sarebbe molto meno indecorosa una vita contadina, con cui si guadagnerebbero meritatamente da vivere e produrrebbero qualcosa di buono per se’ e per il mondo: ma fa meno ‘in’, richiede buon senso (e non sparare vaccate), e non per ultimo… bisogna lavorare!!!

  3. talmente evidente il paradosso nel giochino dell’artista Riello che senza batter ciglio la lega lo usa oggi.
    Ritengo che la coscienza e l’energia con cui un artista lavora rimangano talmente impresse nel prodotto da attirare e propagare segni uguali.
    Insomma raccogli ciò che semini. E non è un fatto legato alla razionalità, è una questione molto più sottile….
    Checchè se ne dica l’arte come ogni gesto umano è
    responsabilità.
    marialisa leone

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