26 dicembre 2009

“Metodo inaccettabile”. Dal mondo dell’arte una petizione contro il Rivoligate…

 

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La conclusione della vicenda per la nuova direzione del Castello di Rivoli lascia tutti gli addetti ai lavori dell’arte contemporanea, oltre che stupiti, amareggiati e delusi”. È questo l’incipit di una lettera aperta che in queste ore circola freneticamente fra email e social network, con la quale i sottoscrittori intendono far sentire le loro voci sulla nota vicenda, “indipendentemente da un giudizio di merito su qualità professionale, curriculum e progetti proposti dai due nuovi condirettori”, si precisa.
Al centro del mirino c’è il metodo seguito per la nomina: certo una
mossa che appare un po’ tardiva e che non può non suscitare qualche perplessità.
Perché il mondo dell’arte deve avere questa attitudine di chiudere il
cancello quando i buoi sono ormai scappati? Che Minoli non veniva a
Rivoli da 25 anni lo si sapeva, che non conosceva l’inglese lo si
sapeva, allora perché non protestare prima, per evitare l’anomalia,
invece che protestare ad anomalia avvenuta?
Il tempo delle proteste è
passato, ora semmai è il tempo di fare quadrato attorno – se non a Minoli – almeno a Bellini e Merz, affinché Rivoli continui a essere un grande centro per il contemporaneo.
Comunque sia, in breve le adesioni sono arrivate a centinaia, con firmatari che vanno da Adriana Polveroni a Catterina Seia, da Marco Scotini a Viviana Gravano. Per chi volesse sottoscrivere, riportiamo la lettera in allegato…


La lettera integrale

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[exibart]

14 Commenti

  1. La pubblicazione sul mio blog dello scambio con Jens Hoffmann e l’andamento della chat collettiva (skype day), dicono molto sul come procedere di fronte al pasticcio-nomine per il Castello di Rivoli. Infatti la polemica (dopo una reazione iniziale) non serve a nulla, se non a conferire maggiore interesse intorno ad un direttorio che (ancora) non merita questo interesse. Se coloro che si sono indignati ci credono veramente, possono stare tranquilli. Rivoli non funzionerà (e non per colpa del direttorio ma per un meccanismo anacronistico) e gli “indignati” hanno la possibilità di contribuire ad un’ alternativa migliore. Perchè fino a quando non ci sarà un visione alternativa ad un modello ormai in crisi, Rivoli e Compagnia Bella sono “il migliore dei mondi possibili.” Semplicemente perchè non ce ne sono altri. Allora è naturale che ci sia una larga fascia di operatori (artisti, galleristi, curatori, collezionisti, ecc) che preferice il silenzio nella speranza di avere qualche briciola dal tavolo Rivoli (scommetto su una personale di francesco gennari (galleria zero) insieme a qualche nome consolidato). Per una via parallela non serve Capitale, ma solo Volontà ed Idee.

    Cerco di delinerare una sistema stagnante da diversi mesi, dove erano tutti questi “operatori indignati”? Troppo facile indignarsi e sottoscrivere petizioni quando ormai è troppo tardi. Il Rivoligate (termine coniato da whitehouse) riflette semplicemente la situazione. La situazione c’è, e non bisogna opporsi ma semplicemente dialogarci, definendo vie parallele. Anche Rivoli prima di essere inventato non c’era. Io avrei diverse idee.

  2. Massimiliano non ti lamentare se i tuoi lettori fanno polemiche o lanciano accuse anonime, sei tu il primo a usarlo come stile. In merito alla questione Rivoli si sapeva da un pezzo che il metodo era inaccettabile, certo che però si sapeva anche di un CdA con un “consiglio di saggi” del quale faceva parte la stessa Signora Merz, quello che è successo si può tradurre in gergo calcistico immaginandosi che alla finale dei mondiali Platini decida lui di battere il rigore decisivo. La nomina di Hoffmann per quanto discutibile aveva comunque un’apparenza di legittimità, che manca alla decisione finale. Detto questo, dovresti essere tu (Exibart) a stigmatizzare il brutto episodio, invece di ridicolizzare chi ancora ha la forza di indignarsi.

  3. caro luca rossi, quando è troppo è troppo! sul tuo blogge, tra te e jens hoffman, intercorre solo uno scambio di convenevoli!!! e basta….

  4. Direi che il sistema caro Rossi non è stagnante da diversi mesi ma da anni…era negli anni ’90 che bisognava avere il coraggio di combattere certe battaglie invece di pietire due righe su Flash Art. Ora è tardi per proteste collettive si può lottare solo singolarmente o in piccoli gruppi

  5. Non scherziamo. “Firmare (le petizione) ma non marciare”. Firmare perchè le cose non si gesticscono in questo modo:

    -nomine nel periodo di distrazione natalizio

    -tira e molla con hoffmann, creando un alibi alle nomine locali.

    -Giovanni Minoli personalità che appare fuori contesto

    -decine di giovani che vedono la meritocrazia scavalcata dalla politica.

    Quindi la petizione va firmata, ma senza troppe speranze. La speranza è solo nell’onestà intellettuale futura. Nel lavoro futuro del singolo. Per evitare di fare sempre come il coccodrillo.

  6. ma perchè non ci si organizza seriamente, battendosi affinché in ogni istituzione pubblica italiana il reclutamento di esperti e curatori nell’arte contemporanea avvenga per concorso pubblico, titoli e colloqui. anzichè organizzare un ricorso ad hoc tanto per regalare l’illusione di una insurrezione.

  7. Ho sottoscritto l’appello e non condivido affatto che il tempo delle proteste sia passato. Anzi, direi che è proprio ora il momento di criticare. Avremmo dovuto fare una critica preventiva o alle intenzioni, che è tipicamente italiota? E chi se ne frega se Minoli non sa l’inglese! Se il CdA da lui presieduto avesse scelto con un criterio di onestà intellettuale tutto sarebbe a posto (la coppia Bellini/Hoffmann non era male ad esempio; quella con la Merz è ridicola).
    Ma è ora che si deve criticare, non prima di vedere il risultato, il topolino partorito dalla montagna.

  8. Rivoli un grande centro per l’arte contemporanea? Non sarà solo il grande centro per l’elevazione delle quotazioni degli artisti della tal fondazione e per permettere gli sgravi fiscali alla stessa?

  9. Exibart deve pur guadagnare, non può schierarsi contro i caporali che gli dan da mangiare. I galleristi del giro son stati per lungo tempo collusi ed ora si fingon delusi. Luca Rossi l’ho ben rivalutato, anzi con lui pubblicamente mi scuso per non averlo apprezzato.Come pensierino di Natale penso che basti.

    Magari si potesse creare un’alternativa ma forse non è ancora troppo tardi.

  10. e la mangione amica di bellini? avrà forse qualche artista in coda per una mostra?
    luca rossi, ne abbiamo da elencare. l’elenco della vergogna!

  11. Non dico che non si debba firmare..io personalmente non lo farò ma non invito certo a non aderire. Quanto ho detto è che negli anni in cui il sistema Italia è diventato quello che, cioè gli anni ’90, si è assistito al più bieco conformismo da parte di quasi tutti. Certo molti di voi erano probabilmente troppo giovani in quel periodo e quindi non hanno responsabilità

  12. L’andamento della situazione riflette la fase attuale che non è solo italiana ma sovranazionale. A mio parere bisogna ripartire dal rivedere realmente il linguaggio, il ruolo e il format. Questo non significa sistema-rossi, perchè chiunque può abbracciare una logica diversa. Se si strutturasse un via parallela non ci sarebbe bisogno di petizioni (seppur legittime) perchè alcuni linguaggi, ruoli o format, diventerebbero automaticamente anacronistici e “fuori dal tempo”.

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