03 febbraio 2010

The skull’s Fair. L’ombra lunga dei teschi hirstiani su Arte Fiera

 

di

Eugenio Merino - Deadball
Spigolature da dopo fiera. L’impressione è che, dal 2007, anno in cui For the love of god – il celeberrimo teschio da oltre mille carati di Damien Hirst – fece la sua apparizione, la sua ombra non abbia smesso di propagarsi nelle pieghe dell’universo contemporaneo.
L’edizione 2010 di Arte Fiera sembra confermare questa tendenza. Tra i circa 200 stand presenti, abbiamo individuato una trentina di crani. Uno ogni 6 gallerie. Teschi dipinti, disegnati, sagomati, scolpiti, modellati, assemblati, ceramici, verniciati. Incrostati di polvere di diamante o di pastina, serigrafati, fotografati. E poi ancora soccerskulls, teschi poveristi, teschi street.
Ora, tutti conosciamo il genere classico della vanitas. L’estetica escatologica si origina circa 30mila anni fa. Per cui non l’ha di certo inventata Hirst. Però, forse, Hirst l’ha reinventata, reinterpretata, ricodificata, come gli è accaduto sovente di fare in questi anni, compiendo operazioni di fascinazione estetica efficacissime. (gianluca d’incà levis)

[exibart]

5 Commenti

  1. I teschi nelle fiere erano tanti pure prima del 2006… magari ora, visti i tempi, ci si accorge di più. Vogliamo parlare della proliferazione di cervi invece? 😉

  2. Si, é troppo facile per la redazione inventarsi una”non notzie” di questo genere….provate farci sapere qualcosa originale ogni tanto per rinfrescarvi l’occhio ormai dedicato ai cliché. Dico ogni tanto. Capisco l’esigenza tenerci al corrente, ma vogliamo veri stimoli e anche voi non siete curiosi ogni tanto di parlare di qualcosa davero nuovo ?

  3. toccante? nel senso che solo delle menti malate, bacate e appunto, “toccate”, posson partorire questi aborti?
    basta con queste trovate da baraccone…..!!!!

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