11 aprile 2010

Verso Art Basel 2010. Ecco tutte le gallerie italiane presenti

 

di

73354
A due mesi circa dal via, cominciano a definirsi i dettagli della quarantunesima edizione di Art Basel, in programma dal 16 al 20 giugno. E si definisce anche la pattuglia delle gallerie italiane pronte per la trasferta svizzera, gruppo sempre numeroso con molte presenze ormai fisse da anni.
Il numero totale passa a 20 dalle 22 dello scorso anno. Confermano la presenza le milanesi De Carlo, Arte Studio Invernizzi, Giò Marconi, Francesca Kaufmann, Christian Stein, Tega, Zero, mentre Emi Fontana manca l’appuntamento, “rimpiazzata” da Monica De Cardenas. Tornano anche le torinesi Noero e Persano, le veronesi Galleria dello Scudo e Studio La Città, Minini da Brescia, Artiaco, T293 e Raucci/Santamaria da Napoli (passa la mano Fonti), il Magazzino da Roma (a cui si aggiunge dalla Capitale Monitor), Tucci Russo da Torre Pellice e Continua da San Gimignano.

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www.artbasel.com

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3 Commenti

  1. la Galleria Fonti… risultato di una bolla speculativa correlata da una mancanza spaventosa di professionalità. Per maggiori informazioni controllate il suo sito (credo che non sia mai stato operativo)

  2. Beato chi le ha viste le mostre della Galleria Fonti… Il più delle volte era infatti inesorabilmente chiusa. Ma tant’è: pochi mesi dopo la sua apertura, Fonti era già a Basel, a differenza di gallerie con esperienza e professionalità più strutturate. Tirate voi le conclusioni sui comitati di selezione delle fiere…
    Il fatto è che la galleria sembra il passatempo di un rampollo della Napoli-bene, che aveva la fortuna di possedere già i suoi collezionisti e supporter tra gli amici di mamma e papà, di aver avuto come amici Piero Golia e Lorenzo Scotto di Luzio, di aver cenato con satrapi dell’artbiz partenopeo o curatori indigeni, di essersi accasato con la donna giusta oltralpe, di avere agganci con giornalisti che lo hanno ‘pompato’ (a non dire dell'”ABO d’oro” assegnatogli per chissà quali straordinari meritit)… Non solo: capita l’antifona, dopo un po’ alcuni colleghi galleristi hanno iniziato con patetica piaggeria a lodarne il lavoro, forse sperando di inserirsi in un ambiente collezionistico.

  3. Beato chi l’ha viste ?? Mi dispiace dissentire, ma chi davvero l’ha viste le mostre di Fonti essendo andato alle inaugurazioni, non ha potuto far altro che verificare la povertà delle proposte: vedi ad esempio la mostra di Manfred Pernice che sembrava il compitino di un alunno delle scuole medie sul tema: “il muro di Berlino”, oppure le mostre di Nicola Gobetto, davvero imbarazzanti !
    Una galleria – bluff la cui evanescenza si è scoperta dopo pochi anni di attività.

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