30 aprile 2010

EXPO, L’ANNO DEL DRAGONE

 
Nella giornata che festeggia i lavoratori, a Shanghai inaugura l’Expo 2010. È l’anno della Tigre e la Cina tira fuori gli artigli. Con numeri da record. Ma anche l’Italia non scherza e, in vista del 2015, presenta un padiglione da primato...

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Si apre il 1° maggio, nell’anno della Tigre, l’attesissima
esposizione universale di Shanghai. Certo i record dell’Expo ci sarebbero stati
anche se l’anno fosse stato quello del Topo, ma non sarebbe stata la stessa
cosa. Così gli astri, per gli scettici la fortuna, hanno voluto che
l’esposizione più grande della storia (la prima è quella di Londra nel 1851)
nascesse sotto il segno del più grande felino al mondo.
Per avere un indizio di questa grandiosità basta dare
un’occhiata ai numeri dell’Expo2010: 192 padiglioni nazionali, 50 di
organizzazioni internazionali, 5,28 chilometri quadrati l’area su cui sorgono.
E 70 milioni di visitatori previsti entro il 31 ottobre, 600mila persone al
giorno come tetto massimo di ingressi giornalieri, 30mila agenti di sicurezza,
100mila volontari per la sorveglianza degli stand espositivi. Pascale Marthine Tayou - Shanghai Tree. Mikado Tree - 2010 - alluminio dipinto e cemento - cm 850x400x400 - courtesy l'artista & Galleria Continua, San Gimignano-Beijing-Le Moulin - photo Tony MetaxasQuanto al denaro,
400 miliardi di yuan (45 miliardi di euro) spesi finora, 920 (100 miliardi di
euro) i ricavi stimati.
Il tutto avrà luogo nella città più popolosa al mondo, la
capitale della crescita (il Pil nazionale aumenta del 10% annuo) che sta
portando la Cina a essere il motore non solo dell’industria, ma anche
dell’economia mondiale (e del turismo!). Insomma, quella cinese è una tigre
asiatica in piena salute che ruggisce e mostra gli artigli.
Ma è una prova di forza coscienziosa, come dimostra il
titolo dell’Expo, Better City, Better Life. Un tema, quello della vita sostenibile nelle
metropoli, che segue la svolta ecologista (almeno nelle intenzioni) del presidente
Hu Jintao. Buoni propositi che sono una necessità non solo locale – in Cina
ogni anno 750mila persone muoiono a causa dello smog – ma anche globale, visto
che oggi il 55% della popolazione planetaria vive in città (nel 1950 era il
29%).
Dettato il tema principale, ciascun padiglione è stato
invitato a riflettere su questioni importanti: la città come miscela di
culture, luogo di prosperità economica, di innovazione scientifica e
tecnologica, e spazio di scambio con le zone rurali. Una riflessione che dovrebbe
portare a quella Città dell’uomo che, non a caso, è il titolo del Padiglione Italia. Un
edificio firmato da Giampaolo Imbrighi che prende spunto dal gioco che noi chiamiamo
shanghai (ma che tutti gli altri chiamano mikado) e, con i suoi 3.774 pannelli
di cemento semitrasparente ed ecologico, crea uno spazio espositivo con cinque
sale tematiche dedicate a motori, architettura, artigianato, tecnologia e cibo.
Una struttura che ancora prima dell’inaugurazione ha due primati: il premio del
Comune di Shanghai come miglior edificio della città e il titolo di padiglione
più grande, dopo quello della Cina. Un buon inizio per quella che Gianni Letta
ha definito “la più grande missione italiana in Oriente dopo Marco Polo”.
Il Padiglione Italia progettato da Giampaolo Imbrighi
Ma l’Expo non è finita qui. Per i visitatori ci sarà da
perdersi tra le decine di migliaia di eventi organizzati da ciascuna nazione
(il calendario per l’Italia si trova su www.expo2010italia.gov.it) o dal comitato centrale. Per gli
amanti d’arte ci sarà, sempre all’interno dell’area espositiva, la mostra Art
for the World
,
curata da Ami
Barak, che lungo il boulevard principale dell’Expo proporrà progetti di artisti
come Mircea Cantor,
Subodh Gupta, Tomas
Saraceno
, Wim Delvoye, Zhang Huan, Xiang Jing, Shen Yuan.
Al di fuori del quartiere fieristico, Shanghai proporrà di
tutto e di più: lo shopping sfrenato tra Fu Xing Xi Lu e Yong Fu Lu, dove si
scoprono la città vecchia e le nuove tendenze della moda e del design cinesi,
la ricerca di un buon piatto nei ristoranti del quartiere nobile di Bund e una
passeggiata nei giardini Yu per smaltire e bere una tazza di tè. Per un turismo
culturale ci sono il Moca (dove fino al 4 giugno si tiene la mostra The
Squares of Rome
),
lo Shanghai Museum, con la più bella collezione di giade e bronzi del paese, e
le gallerie d’arte contemporanea capitanate dall’ormai storica ShanghArt.
Haim Dotan e Prosper Amir firmano il padiglione israeliano
Quando, poi, il 31 ottobre l’Expo chiuderà i battenti, il
testimone passerà a Milano, che ne ospiterà l’edizione del 2015. L’anno, secondo
il calendario cinese, sarà quello della Capra. Speriamo in beeeeeene…

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stefano riba


dal primo maggio al 31 ottobre 2010
Expo 2010 – Better City, Better Life
Shanghai
Info:
www.expo2010.cn

[exibart]


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