12 maggio 2010

“Un’altra galleria? Ma non se ne può più!”. A Milano debutta il nuovo spazio Uno+uno

 

di

Gayle Chong Kwan - III, Atlantis VFar conoscere sul mercato italiano artisti stranieri già parzialmente affermati in paesi europei ed extraeuropei. Vogliamo dar respiro, lasciar comunicare liberamente varie possibilità espressive. Non essere una galleria monotematica e monotona. Piuttosto una somma di input, una serie di uno+uno”.
Ed Uno+uno è infatti il nome che hanno scelto per il nuovo spazio che aprono ora nel centro di Milano, Gianluca Capuani ed Alessio Giromella, due stanze per l’esposizione con due grandi vetrine in via Ausonio, fra Sant’Ambrogio e Porta Genova.
Con che progetti? “Artisti che – con mercato alle spalle e professionalità riconosciuta all’estero – non siano ancora entrati nel mercato italiano. La concorrenza non importa quando si è seri e si propongono iniziative di qualità… Un’altra galleria? Ma non se ne può più!”, dichiarano con convinzione. Prima mostra una personale dell’artista londinese Gayle Chong Kwan, già affermata in Europa, e in futuro mostre di Stuart Semple, Noemie Goudal e un’indagine sul mondo arabo.

articoli correlati
Stuart Semple – Milano, Aus18
Premio Riccardo Pezza – Milano, Triennale






Inaugurazione: giovedì 13 maggio 2010 – ore 19.00
Dal 13 maggio al 26 giugno 2010
Via Ausonio 18 – Milano
Info: 028375436 –
info@galleriaunopiuuno.com
Web: www.galleriaunopiuuno.com

[exibart]

3 Commenti

  1. Viviamo una deriva tale in cui ci si aggrappa alla nascita di nuovi eventi, nuovi spazi, nuove location, nuovi spazi NO PROFITTTT, nuove riviste…contenitori che si salvano sempre per la solita inattaccabile retorica del fare. Forse bisognerebbe tornare bambini e giocare con i pezzi. E’ veramente antipatico quando la burocrazia si maschera e si maschera con definizioni a lei contrarie.

  2. Più che di deriva, ci comportiamo come catafalchi viventi, in attesa di qualche evento artistico, che ci svegli dal torpore e che ci liberi dalla prigione esistenziale che noi stessi ci siamo costruiti in questa società malata.
    La babilonia di gallerie, fiere,musei e manifestazioni varie, ci hanno intossicato il corpo e lo spirito. Hanno trasformato la gioia di vivere in qualcosa di innaturale. Tutta questa galassia di merci e prodotti “artistici”, che ci propinano ogni giorno, non fanno altro che allontanarci sempre di più da ciò che possiede un reale significato. Accettiamo passivamente tutto, anche le brutture. Non ci rimane che cercare la bellezza che è dentro noi stessi, quella materia vivente pura per liberarla da questo mercato grigio e mortifero delle cosiddette “opere d’arte” e restituirla al mondo senza la mediazione di mercenari, con la luce e la consapevolezza di creature viventi e supreme.

  3. Concordo con Savino Marseglia e Luca. La nostra civiltà è allo sbando, così l’arte, sembra più lontana dalla vita, quella autentica…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui