19 luglio 2010

I guardiani della montagna. E fra il verde dell’Austria si apre la caccia ai Gormley…

 

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75495
Le sue immutabili figure hanno fatto la loro comparsa un po’ ovunque, in tutto il mondo. Dalle brughiere inglesi di Liverpool ai tetti dei grattacieli newyorkesi, agli scavi archeologici calabresi di Scolacium. Ora gli omini in ghisa di Antony Gormley paiono aver optato per un po’ di fresco, e sono andati a piazzarsi in Austria, fra le montagne del Vorarlberg.
Horizon Fields sarà il primo progetto del genere realizzato in montagna, ed il più grande intervento sul paesaggio in Austria, sviluppandosi su una superficie di 150 chilometri quadrati. Un centinaio di figure a grandezza naturale, che dal 31 luglio per due anni costituiranno una linea orizzontale a 2039 metri sopra il livello del mare.
Le singole sculture verranno montate a intervalli che vanno da sessanta metri fino a diversi chilometri, a seconda della topografia, alcune in luoghi raggiungibili solo a piedi o sugli sci in inverno, altre invece saranno visibili solo da determinati punti panoramici, inaccessibili…

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[exibart]

5 Commenti

  1. veramente una pessima idea, guarda caso di un inglese, degno rappresentante di un popolo che ha colonizzato più di mezzo mondo, facendone di tutti colori.
    chi ama la montagna immagina benissimo l’effetto micidiale che un’operazione del genere può avere su un paesaggio a quelle altitudini, dove non c’è nulla di umano, e perfino una croce qua e là (quelle ci sono da sempre, ahimè!) disturba, ‘macchia’ un’immagine pura, toglie solennità, oggettivamente dissacra, e non può che infastidire, presenza estranea e ingombrante, che chiunque visiterà quei luoghi sarà costretto a subire, come un condizionamento coatto del pensare e del sentire.
    avrei capito un intervento effimero, di un giorno o due, qualcosa come una performance, ma due anni!
    io in quelle valli, almeno per due anni, sicuramente non ci andrò.

  2. io invece vorrei proprio confrontarmi con questi guardiani.
    Non credo sia un’opera deturpatrice di paesaggio e natura, ma un lavoro di integrazione con essa.
    Ho la sensazione che queste sculture avranno un presenza forte ma rispettosa del paesaggio circostante.

  3. questa arte definita concettuale ha sempre bisogno di conficcare le proprie stampelle su tessuti storicizzati o su paessaggi naturali ,mai fin ora è riuscita a stare in equilibrio autonomamente ,come le opere realizzate dai veri maestri.La storia è recente ,pur di farmi notare disturbo anche la bellezza dei paesaggi naturali.
    Un fulmine divino colpirà il manufatto e lo restituirà alla madre terra.
    solo allora si potrà ritornare a percorrere in pace quei paradisi terrestri.

  4. l’ultima cosa che mi fanno pensare queste opere è alla parola concettuale.
    aprono l’orizzonte, sono un’apertura di senso e possono far muovere il pensiero, far riflettere: a chi sa dove andare a vedere magari offrono la possibilità di un bel dialogo tra lui spettatore, loro opere e la natura…penso anche allo sguardo che l’uomo ha sull’immensità della natura, e lo fanno con un linguaggio tutto contemporaneo, sono uguali, fredde, quasi distaccate nella loro presenza, come se reggessero il fiato davanti alla magnificenza del creato. Potrebbero essere persino Kouros de noialtri…
    andarle a cercare la loro presenza sarà proprio una bella sfida.
    Grande artista.
    ma concettuali proprio no.

  5. margaretha ,lo sguardo dell’uomo ,il suo senso,il suo pensiero ,in quei luoghi naturali e sublimi,non hanno bisogno di essere condizionati da forme o da azione artistica come l’happening delle opere stupende di Antony Gormley. Kouroi non erano quelle sculture greche posizionate nel tempio, e per tempio intendo manufatto e non spazi naturali. Credo che rappresentare questa performance ,delle durata di due anni ,con le sculture Gormley se non è arte concettuale siamo vicini.
    poi andare a cercare la loro presenza mi sembra offensivo per le opere,qusi una caccia la tesoro.
    i dialoghi iu quei luoghi ancora sacri si trovano tra le persone che in punta di piedi percorrono quei sentieri. ciao giorgio

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