11 settembre 2010

Niente Italia a Venezia. Leone d’oro a Sofia Coppola

 

di

Italia ancora a bocca asciutta dai responsi dei premi appena assegnati alla 67a Mostra del Cinema di Venezia. Le uniche tracce di Belpaese sono dunque quelle rimaste nel Dna di Sofia Coppola, Leone d’Oro per il miglior film con Somewhere e notoriamente di lontane origini italo-americane.

Trionfo insomma ampiamente annunciato per la figlia d’arte, mentre il Leone d’Argento per la migliore regia va ad Álex de la Iglesia, per Balada triste de trompeta. Premio Speciale della Giuria a Essential Killing di Jerzy Skolimowski, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Vincent Gallo (nel film Essential Killing), Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Ariane Labed (nel film Attenberg).

Gloria anche per il cinema che strizza l’occhio alle arti visive, con il trionfo nella sezione Orizzonti – per i medio metraggi – di Tse (Out) di Roee Rosen (Israele), già segnalato da Exibart. “La giuria – si legge nelle motivazioni – ha ritenuto TSE un’opera estremamente coraggiosa e capace di coniugare istanze sia private che pubbliche. Con la sua semplicità, il film dimostra un forte impegno nel sensibilizzare il pubblico nei confronti delle ideologie potenzialmente pericolose”.

[exibart]

6 Commenti

  1. Mi sembra un film debole e fumoso, che si compiace del nulla e mette alla prova lo spettatore.
    La parte ambientata in Italia, poi, è di cattivo gusto e sopra le righe. Volutamente, ovvio, ma il risultato è fastidioso e manifesta una spocchia culturale che S.Coppola non si può permettere, almeno per ora. Non mi risulta sia una vetta dell’intellettualità contemporanea, sebbene realizzi film poetici e curati (o patinati?), quindi il sarcasmo grottesco sul nostro paese non le si addice.

    Fino a ieri ero un estimatore, da domani dovrà riconquistarmi. Resto in attesa curioso.

  2. Anche io nutrivo molte aspettative sul film.
    I precedenti mi erano piaciuti.
    L’errore di questo film è che vuole raccontare il vuoto di un certo ambiente attraverso il vuoto.
    Se vedo 15 minuti di un uomo che si annoia in silenzio sul divano mi annoio anch’io sulla poltrona del cinema!

  3. mi pare (non l’ho visto ma ne ho sentito parlare) che il film si rifaccia in buona parte al sublime “Toby Dammit” di Fellini, del 1968.
    ora, chi l’ha visto mi capirà, il breve episodio di “Tre passi nel delirio” è una di quelle storie che soltanto il nostro grande Federico poteva essere in grado di gestire, creando un’opera straordinaria e, appunto, ineguagliabile.
    la povera Sofia (sarebbe riuscita a fare tutti questi film se non fosse la figlia di suo padre?) a giudicare da quanto ha fatto nella sua già abbastanza lunga carriera, poteva astenersi dal compiere il tentativo.
    e soprattutto, la compiacente giuria doveva astenersi dal premiare il suo film.. eh, questi italo-americani! son perfino peggio dei ‘prototipi’.

  4. veramente un film pietoso e inutile infarcito di asfissiante viral marketing alla ferrari, già maria antonietta faceva pena ma questo è veramente inaffrontabile, evidentemente la cocca di papà meritava il premio delle lobby dopo tutta la pubblicità gratuita in cui si è prodigata era il minimo poverina, spero che il suo prossimo film sia Gli angeli vestono dior o una cazzata del genere, dall’alberta moravia del 2000 ci si aspetta questo ed altro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui