13 settembre 2010

Suor Letizia? È un roditore. Lo sfogo di Maurizio Cattelan per la mostra milanese…

 

di

Il modellino del dito medio di Cattelan
È un’amministrazione di roditori: hanno rosicchiato su tutto quello che potevano. In vent’anni non mi è mai successa una cosa così: vengo a sapere dai giornali cosa stanno decidendo in Comune!”. Comincia così lo sfogo che Maurizio Cattelan – protagonista di una movimentatissima “retrospettiva” a Milano – affida al Corriere della Sera.
Parlare di retrospettiva, in effetti, diventa a questo punto eufemistico, visto che la mostra, che era stata annunciata con almeno una decina di opere, alla fine ne presenterà soltanto tre, oltre al famoso dito medio di Piazza Affari. “Il budget era troppo basso per una grande retrospettiva – continua l’artista -; poi il Comune ha cominciato a scremare la lista di opere indesiderate e, dopo tre rinvii, l’ok della giunta comunale è arrivato solo qualche giorno prima di agosto. A fine luglio non ero ancora in grado di ordinare la moquette rossa che sarà sotto la statua del Papa. Se non ci fosse stata la stampa a seguire il caso, oggi forse questa mostra non ci sarebbe”.
Sì, perché la gestazione del progetto – stando a quanto riferisce il Corriere – è stata alquanto travagliata: annunci, retromarce, tre giunte comunali e persino la richiesta del consenso dell’amministratore delegato della Borsa e della Curia, con procedure che richiamano alla memoria il “Suor Letizia” di sgarbiana memoria.
Ma alla fine un Cattelan quanto mai ecumenico e serafico riesce a volgere al positivo anche tanta cautela e disimpegno: “Molti dei miei lavori migliori sono frutto o di errori o di situazioni come questa dove sei costretto a trasformare in positivo gli imprevisti. Alla fine le tre opere che esporrò a Palazzo Reale sono un trittico perfetto, la mia famiglia autobiografica: il padre, la madre e il figlio. Se mi fossi seduto a tavolino non mi sarebbe venuta in mente una mostra così”…

[exibart]

57 Commenti

  1. mi sembra ormai evidente che il modo migliore per fare arte in italia (e non parlo solo di artisti, ma anche curatori, critici e Co) sia gestire tutto attraverso un blog, semmai occupandosi di ogni fase. In questo modo si è molto più veloci ed efficaci. Questa cosa è assolutamente positiva per mettere in discussione, e quindi rinvigorire, i format e i ruoli.

  2. e chi se ne frega? ma di che si lamenta? se non gli va bene perchè la fa? oppure perchè non chiede ai suoi galleristi di sostenerla? o ai suoi collezionisti?

    e poi…le sue sono opere situazioniste, se lo annunci il “dito medio” si perde il significato…ma certo per venderlo a una cifra insensata a qualche fesso in cerca di affermazione sociale deve essere “esposto”…

    ma bastaaaaaaaa….

  3. Il solito furbone che ha capito bene
    che per arrivare facilmente alla celebrità, spesso basta ripetere slogan provocatori (ma vuoti), inventando il nulla, con alle spalle un apparato di altri furboni chiamati Politi e De Carlo.
    Un prodotto ben confezionato per ingannare polli (da spennare).
    Oggeti vuoti che sembran più barzellette o battutine dall’effetto effimero.

  4. Boicottate queste mostre idiote e magari smettete anche di essere delle Capre al seguito di quei 3/4 furbi che credono di essere i soli a poter stabilire cosa sia arte e cosa sia cultura.Molti temono di dire apertamente che Cattelan non è un artista e che le sue opere fanno cagare per paura di essere considerati ignoranti.Guai a criticare il pensiero UNICO stabilito dai vari Politi e compagni!
    Purtroppo “questa gente” è stata abile (bisogna ammetterlo…) a creare una sudditanza psicologica nell’ambiente dei giornalisti per la quale nessuno osa opporsi in maniera critica preferendo sentirsi parte del sistema elitario degli “intelligenti”(..annuenti!!)
    Pensate davvero che chi crede che Questa non sia arte sia Ignorante o c’è una minima possibilità che esista una qualche valida coscienza critica fuori dal coro?

  5. Cattelan è uno scultore al quale dobbiamo l’averci suggerito quell’Effimero che aleggia sulla nostra insensata esistenza e in tutta la sua opera . se pur con ironia e gioco , se pur con massima genialità, pari a quegli artisti di fine e inizio secolo.
    Tutte le sue opere testimoniano questo vuoto riempito da forme e materie prese da una caverna colma di un passato ormai cristallizzato .
    Occorre spingersi oltre i canonici disegni e segni di un arte che trasuda per lo più il silenzio dell’arte e non il suo ” Urlo “.
    Spingersi significa aprirsi al nostro quotiadiano : l’arte ha cambiato il dilaogo e il modo di porsi .
    Cattelan ha cambiato il dialogo e si è posto in un nuovo modo , con il suo fare un arte che simula la stessa .
    felice sanfilippo

  6. Felice, purtroppo Cattelan sta solo rifacendo paro paro il lavoro di due artisti immensi, Gino De Dominicis e Alighiero Boetti, la cui prematura morte è stata la più grande fortuna mai accaduta al patavino…

  7. Capisco che chi non si firma neanche con uno pseudonimo possa essere molto più libero di ‘sbracarsi’ e come tale dare pepe alle notizie, ma posso sapere perche’ la redazione si ostina a pubblicare i commenti degli anonimi, che non hanno neanche le palle per lasciare un indirizzo email falso? Credo che quel commento, magari circostanziato, sia privo di responsabilità autoriale e come tale spazzatura

  8. @Gigi Fiore: se è vero che chi si astiene dal criticar in modo negativo l’arte di certi artisti lo fa per timore d’essere considerato “ignorante”, mi pare altrettanto vero (e, a quanto pare, più frequente*) che molti critichino qualunque arte per il medesimo motivo.

    *dico “più frequente” perché mi pare che la maggior parte di coloro che commentano su Exibart soffra della sindrome da “aprioristica critica negativa”. Atteggiamento comprensibile, del resto: tacciar di “vuoto spinto” richiede, infatti, meno sforzo intellettuale di quello necessario a illustrare i contenuti di un’arte che si definisse interessante.
    Però, suvvia, sforziamoci ogni tanto; che almeno i neuroni a rischio d’ernia non sono 🙂

  9. Leggo su Affaritaliani.it un’intervista a Oliviero Toscani circa i recenti milanesi ostracismi subiti da Cattelan – ultimo la scelta del Comune di bloccare l’affissione dei manifesti della mostra (su cui campeggia la famosa opera “Him”) che, si sostiene, potrebbero risultare offensivi del decoro e della sensibilità delle persone -. A tal proposito, un apparentemente irato Toscani commenta così: “Decoro di cosa? L’arte deve offendere il decoro. Se non offende il decoro non è arte. L’arte è fatta per quello, per mettere in discussione certi decori. Anzi, mi faccia dire: è indecoroso avere certi decori. […] Questi tipi di censura con il tempo si dimostrano imbecilli. […] Se io fossi Cattelan non farei la mostra a Milano.”

    Sig. Toscani che per l’arte sia, se non doveroso, lecito offendere il decoro concordo con Lei; ma – e, anzi, proprio per questo – prendersela per l’esistenza del decoro e della reazionaria resistenza a coloro che artisticamente il decoro criticano è da stolti. Lei, sig. Toscani (e chi la pensa come Lei), è stolto; stolto quanto la “colomba di Kant”, se la ricorda? Era quella che, volando bene nell’aria leggera – che OPPONENDOSI ALLA COLOMBA IN VOLO, TUTTAVIA, LA SOSTENEVA – riteneva, pertanto, di poter volare ancor meglio nel vuoto.
    Chiaro, no? 🙂

  10. “aprioristica critica negativa”(?)
    chi è d’accordo che deve dire:
    “ma che bello,che bello,che bello..!?” E’ chiaro che chi ha una diversa opinione senta l’esigenza di scrivere!
    E comunque, è più seccante leggere i commenti sugli pseudonimi e l’anonimato che sincere espressioni di dissenso anche volgari.
    Exibart deve molto della sua fortuna anche a questa intelligente formula di “libero commento”, non dimenticatelo.
    Chi vi partecipa, conosce le regole.
    Così è se vi pare, e ci stai pure TU!
    Viva la camomilla!

  11. Per il modo in cui l’Istituzione, almeno in Italia, si è sempre relazionata ai lavori di Cattelan, in un crescendo di insofferente sopportazione che forse trova il proprio climax, ora, nella gestione – gestazione – della mostra milanese; per questo motivo, mi pare che tutta la poetica di Cattelan sia ormai destinata a trovare il proprio massimo compimento nelle dimensioni della sottrazione, della negazione, dell’assenza di un’opera realizzata e mai esposta: un “sabato del villaggio” in cui, in eterno, la pubblica attesa trionfi sul proprio soddisfacimento…

    Buon lavoro, Maurizio.

  12. L’ARTE COME SCANDALO NON HA PIU’ NULLA DA DIRE. La caratteristica essenziale delle provocazioni di Cattelan, Hirst, Murakami, Jeff Koons e tanti altri divertenti manipolatori dei mezzi di comunicazione, è che esse non provocano nessun scandalo, sia nell’opinione pubblica che nell’intero sistema statale e privato dell’arte. C’è solo qualche polemica accesa da parte di alcuni critici che hanno un orientamento conservatore. Lo stesso potere politico che foraggia simili scandali, fatti ad arte, non corrono nessun rischio. Sanno bene che tutto viene lasciato immutato da cima a fondo. Occorre chiedersi allora come mai tanti grilli parlanti, critici, giornalisti, galleristi, cicisbei e catafalchi viventi, continuano a commentare sulla cronoca quotidiana il nulla, in un inutile e sfibrante attività mediale, che non interessa a gran parte dell’opinione pubblica, che ha ben altro da pensare. Un parlare a vuoto, che si spiega forse, solo con delle ragioni contingenti legate ad una logica di alimentazione di un mercato speculativo. Credo che sia superfluo ricordare che le provocazioni e gli scandali sono sempre state una costante degli artisti “cospiratori” del passato. Gli artisti del nostro tempo, non pagano lo scotto in termini di persecuzioni totalitaria e non turbano i valori cosituiti, i sonni del potere in tutte le sue forme coercitive, di una sottocultura, sempre più decadente e mortificante. Ciò, in un momento storico in cui i fenomeni di disagio e di malessere sociale non sembrano affatto diminuiti. Questi astuti “artisti” fanno finta di denuciare il disagio e le contraddizioni che viviamo, in realtà sono ricchi, integrati e vanno bene abbraccetto con il potere.

  13. ma infatti avevo chiesto a lucarossi un parere sul senso dello scopiazzaditone love di cattelan con riferimento alle dita tagliate, cioè di fare la vittima bolscevica nella piazza della borsa quando le proprie opere d’arte vengono vendute a milioni di dollari nelle aste proprio dagli stessi speculatori di borsa a cui si rivolge il ditone vittimistico, ma non mi ha risposto boh ha detto che cattelan funziona già se ne stiamo parlando via mail e non dobbiamo occuparcene, gli si potrebbe anche obiettare che di paperina si è parlato per 3 mesi questa estate ma non sembrava molto propenso ad apprezzarla .

  14. @HM: caso cattelan: ma cosa vogliamo dire che cattelan ha copiato il dito medio? Ma per favore…
    Io credo che l’artista debba anche creare una cornice (relazioni e luoghi) che valorizzi e ottimizzi il suo lavoro. E quel dito in piazza affari, che piaccia o no, è in perfetto linguaggio cattelan. L’opera, come sempre per catty, parte molto prima con la sua polemica mediatica. Il dito è solo la punta dell’iceberg. Perfetta e molto credibile anche la lettura famigliare delle altre tre opere (la famiglia di maurizio); lettura che forse non è sua ma scippata a qualche opinionista più opportuno. Cattelan è uno di quegli artisti emersi dopo la caduta dei grandi nazionalismi e del muro di berlino. Negli anni 90, come in campo politico, vediamo diverse personalità artistiche INDIVIDUALI che, sulla strada del new pop, vanno a saturare ulteriormente le ultime possibilità del 900 (Hirst, Murakami,Barney, Beecroft, Rist, Eliasson, ecc ecc). Non a caso la mostra di catty a milano è contro le ideologie. Cattelan che piaccia o no è tra le migliori espressioni di fine 900. Può piacere o meno ma interpreta perfettamente la contemporaneità, e dal 2000 in poi, gestisce semplicemente e sapientemente questo scarto linguistico.

    A mio parere nel 2010, dopo un secolo carico come il 900 e le ultime schegge anni 90 (che hanno saturato ulteriormente) bisognerebbe mettere tutto in discussione. E in questo conta veramente poco (anzi è deleterio) partecipare al modello del giovane artista italiano idolatrato all’interno dei confini nazionali. Non lo dico io, ma quello che è successo ai giovani “idoli” anni 90.

  15. beh copiato paripari no ma -essersi ispirato a- pure troppo. secondo me legge regolarmente il tuo blog e potrebbe essere anche un tuo amichetto segreto qundi non vedo cosa ci sia di strano. io il dito sul canale ce l’ho da più di un anno e commento il tuo blog da più di un anno quindi basta fare 2+2. mi chiedevo infatti quale fosse secondo te il senso delle dita tagliate (l’unica roba aggiunta alla scopiazzatura) ma vedo che continui a non rispondermi, secondo me stridono sia con il concetto di fine delle ideologie che con la sala borsa ma se il suo unico intento è far polemica allora è ok, un po’ come tirare un pugno in faccia a uno a caso per strada e scappare via. ah comunque non ho scritto che cattelan è una merda o non è stato rappresentativo per gli anni 90 eh alcuni suoi lavori mi piacciono forse mi hai frainteso

  16. L’analisi di Savino sul fatto che gli atteggiamenti “provocatori” in ambito artistico siano ormai disinnescati mi pare vera. Dopodiché, però, resta da stabilire il perché non via sia alcuna reazione a questa modalità artistica: se la causa risieda in una incapacità dell’artista, in una generale apatia culturale, nella mancanza di un bersaglio importante o altro… Qualunque sia la verità, alla presa di coscienza di essa perverremmo comunque per mezzo di quel movente primo che è appunto il tentativo di provocazione dell’artista; che, dunque, nel fallimento del suo proposito acquisisce comunque una qualche utilità.

  17. Le dite tagliate sono quel sapore amaro presente in molte, tutte, le opere di cattelan. Anche ironia, pensiamo ad uno con quelle dita tagliate…ma il sapore è indescrivibile ed è una scelta perfetta per salvare l’opera da un’ eccessiva banalità. Quindi tutto bene.

  18. ah poi caro luca rossi creare una cornice di relazioni e luoghi che valorizzi e ottimizzi il lavoro va bene ed è la norma, nulla di nuovo, solo che mi pareva leggendo il tuo blog tu fossi interessato a un discorso concettuale su un NON LUOGO (internet) raggiungibile da tutti i luoghi (vedi im not roberta che ripeti ossessivamente in loop da mesi) oltre che da un concetto di assenza e vuoto, il tuo lavoro non è reale nel senso che finora mi sembra legato a una riflessione sul mezzo e sull’assenza (che in ripetuti punti hai sostenuto essere meglio di una produzione da ikea evoluta o similare) quindi legato a un linguaggio relativo al mezzo e alla fruizione che può essere contemplata in diversi punti senza bisogno di una galleria e di un centro di riferimento, senza contare il discorso sulle relazioni e pr che attualmente valgono tutto il lavoro dell’artista (un altro dei tuoi mantra), oltretutto stai agendo in un’ottica ‘squatter’ nel senso che tu parli di luoghi reali (ieri mi hai scritto una mail in cui hai asserito che tutto il tuo lavoro è reale e tangibile e non rimane su internet) tranne per il fatto che nessuno può verificarlo realmente (tu stesso hai detto che a palazzo vecchio a firenze dove a luglio sarebbe dovuto succedere qualcosa di fantomatico non sei andato perchè faceva troppo caldo lol), ottica squatter nel senso che se vai sul sito della galleria zero o qualunque altro posto (mart, de carlo, guggenheim etc) e attui una mostra ‘reale’ disegnando il nulla o qualsiasi altra cosa all’interno si chiama occupazione illegale di suolo pubblico/privato o qualcosa del genere, quindi occupi illegalmente quel luogo (chiaramente in modo virtuale) quindi non so dove vuoi arrivare, è lo stesso modo di agire di un bros qualunque e pure peggio, probabilmente le persone che hai coinvolto negli ultimi tempi le conosci anche realmente solo così si potrebbe spiegare un ipotetico discorso di realtà su una base che altrimenti è solo virtuale, secondo me dovresti fare chiarezza perchè altrimenti la tua risulta solo un’operazione fake, del tipo io ho già le relazioni e i luoghi deputati a esporre etc e attuo una recita e una finta rivoluzione per arrivare alle stesse (convogliando altre menti plagiate nello stesso giochino), non mi sembra ci sia nulla di nuovo in un discorso di questo tipo . anzi direi che un certo tipo di politica agisce in questo modo più o meno dalla rivoluzione francese in poi, basta vedere la rivoluzione russa quello che ha portato. o persegui un discorso di irrealtà/ nonluogo virtuale globale e vero distacco da ogni logica di luogo e relazione comune o sei fake, mi spiace (magari ti piace anche essere fake visto l’anonimato difeso con le unghie eh non lo discuto) dal mio punto di vista essere virtuale/irreale non equivale a essere fake se porti avanti una logica coerente, negli stessi mondi virtuali le persone fake si sgamano subito, perchè altrimenti parli di assenza/distacco solo per il fatto che vuoi esserci e questo non è nulla di nuovo

  19. @lucarossi
    le dita tagliate in genere fanno parte di sistemi di tortura mafiosa, non so dove tu possa vederci ironia forse ti eccita la vista e il pensiero del sangue, mi sembra che oggi sia molto cool vedere ironia nello splatter e nel sangue, solo che la vera banalità secondo me sta proprio nel presentare splatter e sangue senza senso o in versione politically correct, tipo federico solmi e i suoi papi del cazzo (o con il cazzo) perfettamente in linea con la propaganda dei quotidiani di tutto il mondo

  20. Io non occupo illegalmente alcun luogo: scrivo informazioni su un blog; esempio: da de Carlo la prima volta potevi realmente attendere e vedere qualcosa; la seconda volta dovevi realmente chiedere al personale della galleria. E ogni progetto ha un contenuto specifico, e non e’ critica istituzionale. A palazzo vecchio io c’ero realmente e chi c’era ha visitato la mostra. Ma anche un questo caso non ho occupato suolo illegalmente. Ti consiglio di venire alle mostre e non leggerle solo su internet.

  21. quali mostre, le tue?
    a palazzo vecchio hai detto che non sei andato perchè era troppo caldo e preferivi stare sull’amaca in sardegna, se lo cerchi nei miliardi di parole che hai scritto sul blog dovresti ritrovarlo, quando cancelli le opere dai siti e immetti le immagini della galleria con le opere cancellate allora? tu sostieni che sia un intervento reale quindi se è reale è un intervento di occupazione usurpamento danneggiamento sottrazione e furto di materiale esposto . altrimenti è virtuale . ti sto solo rimontando con logica quello che esponi tu eh? se poi rispondi a una osservazione su 10 non ci può essere molto dialogo, è evidente

  22. HM, era l’intervistratice che era sull’amaca non io.

    Le immagini che vedi sono reali, e io non usurpo nessuno spazio. Anzi sostengo una distanza reale dai luoghi, ma questo non mi impedisce di intervenire. Non riesco a capire cosa vuoi dimostrare e cosa c’entra questo con i commenti sul dito di Cattelan.

  23. Ehi voi due, perché non vi telefonate? Per i frequentatori del sito non credo sia particolarmente interessante il vostro bisticciare, sapete… Tanto più che, a causa del vostro tedioso imperversare, nello spazio “ultimi commenti” non v’è più modo di leggere un eventuale commento con cui interloquire: esistete solo voi!

  24. @lucarossi
    voglio solo dimostrare che finora hai solo fatto interventi legati al concetto di multiterritorio etc quindi legati al mezzo e al luogo, non vere e proprie opere, gli interventi che hai fatto dentro le gallerie inoltre sono virtuali nonostante le immagini ritoccate in photoshop siano reali, e continuo a sostenere fossi tu quello ad aver scritto che A PALAZZO VECCHIO NON ERA IMPORTANTE QUELLO CHE FOSSE SUCCESSO, l’importante era il collegamento etc e che tu non eri nemmeno stato là perchè faceva troppo caldo. sono sicuro di questo. ok qui siamo OT da 2 commenti quindi per far contenta la barbazza ritorniamo allo scopiazzaditone love di cattelan, l’argomento di questo post. sembra che tu non lo conosca nemmeno troppo bene il caro cattelan, è noto infatti che cattelan goda nel copiare, per lui è normale copiare arte altrui fa parte del suo modus operandi e non solo è la norma ma addirittura un vanto, basti ricordare una delle sue prime opere dove aveva copiato l’opera di un artista di una galleria vicina e l’aveva riportata nella sua con grande ironia e spigliatezza (per fortuna non ricordo il nome di sta stronzata), ma del resto la sua carriera è costellata di stronzate colossali basta pensare a Torno subito, il gallerista incollato al muro, lo spazio della biennale affittato ai profumi etc una serie interminabile di cagate concentrate soprattutto all’inizio della sua carriera mi sembra, ma anche dopo senza soluzione di continuità e nessun filo logico, che fanno pensare queste sì che l’unica roba importante siano le relazioni e i pr non la sostanza, ma tu questo lucarossi non lo fai notare perchè se stiamo parlando di cattelan significa che funziona già (cit.) ti guardi bene dal criticarlo e non se ne capisce il motivo, se vuoi affrontare una vera critica ed essere credibile devi partire anche dagli anni 90 e guardare il marcio a 360° a me non frega niente se cattelan vende opere a 10 milioni di euro ed è la britney spears dell’arte contemporanea a livello di fatturato, meno di zero, se vuoi essere credibile devi fare un discorso più ampio secondo me non parlare degli ultimi nomi che leggi sui comunicati stampa che ti piacciono tanto. del resto io continuo a seguire il tuo blog che ho trovato abbastanza interessante e leggo regolarmente, nonostante tu ripeta gli stessi concetti spesso in loop in modo autistico trovo che in questo momento tu sia a un punto morto e necessiti di chiarezza

  25. @hm: che il “copiare”, come chiami tu il suo atteggiamento artistico, faccia parte della poetica di Cattelan è fuori di dubbio. Il fatto è che, per come lo sostieni, pare che tu cada dalle nuvole all’idea che qualcuno impieghi tale attitudine nel creare le proprie opere. Non capisco la tua indignazione mista a stupore (così pare, almeno)… l’appropiazionismo (come ritengo sia meglio definirlo) informa di sé gran parte della produzione artistica moderna e contemporanea (http://en.wikipedia.org/wiki/Appropriation_%28art%29); che facciamo buttiamo tutto nel cesso e rifacciamo la storia?

  26. @svelarte
    un conto è appropriarsi e citare elementi diversi con un proprio stile, un altro è COPIARE. secondo me copiare presuppone il fatto che oltre ad appropriarti degli elementi li riproduci nello stesso identico modo o con lievi variazioni (proprio come lo scopiazzaditone insomma) ma poi si sta parlando di cattelan, uno che si vantava di COPIARE palesemente opere altrui riproducendole nei minimi dettagli, nel suo caso la parola appropiazionismo è fuori luogo, userei la parola furto. e in ogni caso ti invito a leggere questa parte finale nel link che mi hai dato :

    -In 2000, Damien Hirst’s sculpture Hymn (which Charles Saatchi had bought for a reported £1m) was exhibited in Ant Noises in the Saatchi Gallery. Hirst was sued for breach of copyright over this sculpture despite the fact that he transformed the subject. The subject was a ‘Young Scientist Anatomy Set’ belonging to his son Connor, 10,000 of which are sold a year by Hull (Emms) Toy Manufacturer. Hirst created a 20 foot, six ton enlargement of the Science Set figure, radically changing the perception of the object. Hirst paid an undisclosed sum to two charities, Children Nationwide and the Toy Trust in an out-of-court settlement. The charitable donation was less than Emms had hoped for.-

    ovviamente nella terra dei cachi e dei ladri qualcosa del genere non accadrà mai, copialan potrebbe mettersi anche a rifare i giochini della peg perego in tutta tranquillità, magari senza testa e col sangue che cola per farli diventare molto cool, sai quanto è cool uno con la testa mozzata e il sangue che cola? -Anche ironia, pensiamo ad uno con quelle dita tagliate…ma il sapore è indescrivibile ed è una scelta perfetta per salvare l’opera da un’ eccessiva banalità.- (cit.) se questa è l’arte mainstream meglio veramente stare a collezionare fumetti dischi e giochi originali, qualsiasi cosa è meglio di queste scopiazzature pietose fintoironiche totalmente fuori contesto

  27. http://en.wikipedia.org/wiki/Appropriation_%28art%29

    -Composition with Fruit, Guitar and Glass. 1912. Pablo Picasso.-

    c’è un po’ di differenza tra la foto del quadro di picasso, o in ogni caso tra un collage di citazioni studiate in un diverso stile del quadro e una volgare scopiazzatura secondo me, a parte il fatto che gli elementi rubati da hirst e cattelan funzionano già in loro ambiti artistici, semplicemente non sono considerati arti mainstream. se i critici non sono in grado di vedere questa differenza perchè l’opera funziona visto che noi siamo qui a parlarne (cit.) allora è meglio collezionare qualsiasi altra cosa, anche i francobolli vanno bene. forse tra un po’ gli “artisti” inizieranno a prelevare cadaveri dagli obitori ed esporli, e tutto andrà bene perchè ci sarà gente che ne parla e quindi funziona, bello no l’appropriaZIONISMO di cadaveri? inoltre il petto squarciato e gli occhi ribaltati sono molto ironici no?

  28. @hm: a me non pare che Cattelan abbia mai copiato “paro paro” – al di là di quello che afferma lui stesso, che può essere una boutade, tra l’altro perfettamente in linea col personaggio -; ma anche se fosse, non è che manchino esempi importanti di copie “paro paro” nella storia dell’arte (a differenza di quel che sostieni). Sherrie Levine, che è da molti considerata l’eponente di punta dell’appropriation art, rifotografava le foto di Walker Evans e le rifirmava a proprio nome. Certo, per te potrebbe non avere senso neppure l’arte di Levine, ma questa è un’opinione soggettiva, mentre che tale arte faccia parte della storia è oggettivo, direi; e, a mio pare, a ragione, perché stimolò interessanti riflessioni sull’identità dell’opera d’arte stessa, su dove risieda la sua artisticità ecc.
    Ora, il punto credo sia stabilire se tali riflessioni siano ancora attuali – e, dunque, se gli atteggiamenti appropriazionisti abbiano valore contemporaneo -; per quel che, per i miei interessi in ambito artistico, ho potuto constatare, posso assicurarti che ogni linguaggio meta-artistico – a causa della generale ignoranza (anche tra gli “addetti ai lavori”) circa gli aspetti ontologici – ha assolutamente ancora ragion d’essere.

  29. @svelarte
    come non ha mai copiato “paro paro” ? ma quell’opera dove si vanta di aver copiato l’opera di un artista nella galleria vicina te la ricordi? ti prego non farmi andare a cercare il titolo, non mi interessa minimamente tu invece sei molto esperto/a e la conoscerai di sicuro, può essere una boutade ma intanto l’ha fatta e sinceramente non mi fa riflettere per niente, o meglio sì mi fa pensare che era privo di idee e non ha trovato di meglio che scopiazzare in diretta dal vicino per confermare il personaggio ironico e spigliato che si è creato (e che forse è realmente, ma a quel punto preferisco pippo franco). nella storia dell’arte degli ultimi 30 anni forse è importante l’appropriation art, ma come ben saprai sarà scremata in dosi massicce tra poco tempo per aggiornare i libri di storia da mandare nelle scuole che devono essere condensati in poche righe. non credo che quell’artistucola che dici sarà menzionata tra 20 anni se non forse come esempio di parassita culturale di un’età di campionamenti e riproposizioni del passato, però mi sembra che nell’arte a differenza che nella musica sia tutto più ipocrita, e a volte si cerchino messaggi e significati dove assolutamente non ci sono. l’arte si è ispirata spesso in passato a epoche storiche precedenti ed è sempre successo, basta vedere il rinascimento, ma tutto avveniva in modo naturale non come ragionamento forzato e autoimposto, non ci trovo nulla di interessante in questo lo so già e non mi fa riflettere, penso che dovrebbero essere superati con il progredire della tecnologia questi ragionamenti inutili no? è come se un pittore facesse un quadro disegnando i peli del pennello o attaccandoglieli sopra ma chissenefrega, la stessa arte concettuale di warhol che ragiona sulla riproducibilità delle opere nell’epoca dei consumi è tragicamente superata, anzi penso che tra un po’ sparirà pure dai libri di storia o rimarrà come esempio di POSER ART, ARTE DA POSER. è come se un musicista con l’avvento della musica elettronica si fosse messo a riprodurre chessò il carosello della tv, e fare vinili solo con il carosello in diverse tonalità o robe di questo genere, clacson delle auto etc invece la musica ambient per esempio ha superato un discorso superficiale di questo tipo, non lo ha nemmeno mai affrontato per fortuna

  30. -ma anche se fosse, non è che manchino esempi importanti di copie “paro paro” nella storia dell’arte (a differenza di quel che sostieni).-

    ah poi non ho mai scritto che manchino esempi di copie paroparo nella storia dell’arte degli ultimi 30 anni, le ho viste a varie mostre importanti e mi hanno fatto pietà. mi sembrava solo fuoriluogo citare picasso come appropriation art su wikipedia solo per il fatto che faceva collage con i giornali, allora è tutto appropriation art, anche uno zingaro che si accampa sotto casa tua fa appropriation art no? potresti fargli esporre la sua roulotte nel tuo garage e venderla a massimo de carlo, sarebbe un lavoro molto ironico e spigliato in stile cattelan no? oppure un video dello zingaro che fa appropriation art dormendo nel tuo sottoscala, sarebbe anche un ottimo esempio per capire che tra lo zingaro e cattelan non c’è nessuna differenza giusto?

  31. @hm: quella del barbone che dorme nel sottoscala l’ha già fatta Cattelan 🙂 si intitola “Andres e Mattia”.
    Di un’opera copiata “paro paro” dalla galleria a fianco non ho alcuna informazione. Forse tu ti riferisci a “Another fucking ready-made” del ’96; in quel caso, però, se non sbaglio, Cattelan non copiò l’opera dell’artista che esponeva nella galleria a fianco, la rubò (proprio materialmente :).
    Comunque sia, tornando al discorso sul valore concettuale delle operazioni appropriazioniste, come ho già detto altrove – e il discorso è valido per qualunque tipo di arte – nessuna opera è interessante in assoluto, non riesco a concepire qualcosa di interessante in sé; lo è in relazione alle aspettative di chi ne fruisce e ai livelli di realtà che esso disvela. Probabilmente, per i tuoi interessi, nelle opere di Cattelan non trovi nulla che valga la pena d’essere fruito, ed è normale che sia così; ma non è un problema che pertiene le opere, né tantomeno l’artista che le crea. Al contrario, per quanto mi riguarda le opere di Cattelan sono rilevanti perché generano riflessioni inerenti gli aspetti che, in ambito artistico, mi interessano; tutto qua.

  32. -quella del barbone che dorme nel sottoscala l’ha già fatta Cattelan 🙂 si intitola “Andres e Mattia”.-

    non la conoscevo ma non lo avrei messo in dubbio, è proprio un appropriaZionista provetto

    -Cattelan non copiò l’opera dell’artista che esponeva nella galleria a fianco, la rubò (proprio materialmente :)-

    non c’è molta differenza

    -nessuna opera è interessante in assoluto, non riesco a concepire qualcosa di interessante in sé; lo è in relazione alle aspettative di chi ne fruisce e ai livelli di realtà che esso disvela.-

    questo mi sembra il famigerato sistema che si autolegittima decantato da lucarossi (che sarebbe quasi credibile se non fosse un infiltrato dello stesso)

    -per i tuoi interessi, nelle opere di Cattelan non trovi nulla che valga la pena d’essere fruito, ed è normale che sia così; ma non è un problema che pertiene le opere-

    alcune opere prese singolarmente non mi dispiacciono tipo l’albero che buca la bmw, anche gli stessi bambini impiccati, però cattelan non mi sembra abbia perseguito un filo logico nella sua produzione al contrario di hirst per esempio (almeno fino a metà anni 90) molte opere viste nell’insieme sono lo stesso smart relativism di cui parlava lucarossi, tutto può andare se crea polemica, ironia spigliata e sensazionalismo fine a sé stesso etc come passare da torno subito ai bambini impiccati, peccato che lucarossi di copialan non parli perchè se ne stiamo parlando significa che funziona già (cit.) mi pare che alla fine l’unica tragedia di lucarossi sia il notare che nessun artista italiano riesca più a essere MAINSTREAM lol forse ragionandoci l’unico filo logico di copialan è stato un another fucking ready made scopiazzante e se fosse uscito nel 2010 magari non avrebbe esitato ad esporre il cadavere di suo madre (o anche della sua padra) impagliata (magari con annessa citazionucola di alfred hitchcock), che tristezza

  33. @hm:
    cito: “non la conoscevo ma non lo avrei messo in dubbio, è proprio un appropriaZionista provetto”. Ehi la Z di appropriaZionista (in versione Fontana) l’aveva già fatta Cattelan! Che fai, mi diventi appropriazionista pure tu?! (Ti sei voluto vendicare per il dito scippato, lo so lo so… 🙂
    cito: “questo mi sembra il famigerato sistema che si autolegittima decantato da lucarossi”. Puoi spiegare meglio?, purtroppo non sono granché a conoscenza di ciò che “decanta” Luca Rossi.
    cito: “cattelan non mi sembra abbia perseguito un filo logico nella sua produzione”. Anche se non capisco il nesso tra un possibile punto di contatto tra le opere di Cattelan e il discorso che ho fatto in precedenza, non mi pare che il filo logico di cui parli manchi nella produzione di Cattelan; per es., almeno in linea di massima, le sue opere contengono una riflessione critica al “potere costituito” nelle sue varie declinazioni: le istituzioni artistiche, la scuola, la politica…

  34. @svenarte
    no dai la Z non stava per un ironico nonchè puerile banale patetico giochettoscherzetto di cattelan, ma solo per Zionista (che non è lo zio che fa il tronista). il sistema che si autolegittima più o meno sono le stronzate scopiazzate e non che cattelan ha disseminato nella sua carriera, o anche gli appropriaZionisti che mi citavi in precedenza, cioè qualcosa che faccia notare sfacciatamente che un’opera ‘funziona’ solo dal momento in cui appartiene alla galleria che conta (anche se è una gran stronzata appunto) se leggi il blog di luca rossi lo ha ripetuto come un mantra per oltre un anno, insieme alle relazioni che sono più importanti delle mostre etc solo ho idea che predichi bene ma alla fine razzoli malissimo, spero di no ma più che proporre un concetto di vuoto, importanza delle relazioni, fruizione multipla attraverso internet e le mail non fa (come se mandare una mail fosse una novità o aspettare una pizza dovesse emozionarmi, sì il telefono è una bella invenzione ok ed è pure un’invenzione italiana scopiazzata da un americano giusto per tornare in tema, chissà come mai in ambiti più seri non si ruba e conta chi ha fatto qualcosa per primo). la critica di cattelan al potere costituito è solo superficiale, a livello di ‘abbasso la sqola’ cose così, condita con ironia spigliata da colorado cafè. questo almeno fino al papa sassato da un meteorite e i bambini impiccati che però sono stati installati all’aperto apposta per creare odio, non vedo altre ragioni, è ovvio che in un viale a lungo scorrimento ci sarebbero stati curiosi che li avrebbero tirati giù, si chiamano regole sociali un po’ come se esci da un ristorante senza pagare qualcuno ti inseguirà o cammini per strada in mutande, sarebbero opere d’arte quelle? non vedo differenza tra i bambini impiccati messi all’aperto e un writer che disegna 4 lettere su una saracinesca sinceramente, è un po’ come mettere un impianto stereo fuori dalla finestra al massimo del volume sicuramente dà fastidio, è solo una sublimazione di critica al sistema proprio mentre lo si legittima. anche nel papa colpito c’è finta polemica ho letto un’intervista di cattelan la settimana scorsa in cui sosteneva di essere stato felicissimo alla notizia che non so quale cardinale avesse elogiato il papa colpito e lo vedesse come una sofferenza di cattelan verso il papa morente ahahah. addirittura cattelan ha detto che il papa rappresenta suo padre mentre la madre in croce è sua madre (copiata pure quella da un’altra fotografa suicida), quindi sinceramente proprio non capisco che riflessione critica leggi in cattelan che non sia essere ironico e spigliato per il proprio tornaconto, un po’ come claudio bisio insomma con la differenza che bisio non ha particolari pretese artistiche che non siano scoreggiare nella sua trasmissione presentando altra gente che scoreggia.

  35. @hm: mah, a me pare che siamo più o meno d’accordo circa l’analisi dei contenuti dell’arte di Cattelan. L’unica differenza sta nel fatto che a te tali contenuti infastidiscono, io invece continuo a trovarli interessanti. E’ vero quello che dici: la superficialità della provocazione, l’ammiccamento estetico, l’ambigua complicità col sistema ecc.; le opere di Cattelan sono senz’altro tutto questo. Ma, a ben vedere, tutto questo è anche la realtà attuale (almeno una buona parte di realtà): a differenza di un tempo, in questo periodo storico le critiche (anche aspre) al sistema e al potere costituito – a livello politico e sociale – nell’ambito della dialettica di classe non hanno più come movente un odio che rivendica con dignità la propria appartenenza di classe, bensì un’invidia che cela il desiderio d’appartenenza a ciò che si critica che, in tal modo, ha gioco facile a inglobare e digerire ogni opposizione.
    L’arte di Cattelan mostra (anche) questo; ed è sulle opere che io mi concentro, mai sull’artista: circa la sua integrità morale, la sua profondità intellettuale, il facile successo raggiunto, l’impegno che profonde e quant’altro il mio interesse rasenta davvero il piastrellato 🙂

  36. non ci siamo, a me non infastidisce COPIALAN (a parte quando mi copia il dito medio dal canale youtube, per questo lo reputo un VERME) semplicemente trovo che la maggior parte della sua produzione sia ridicola e i contenuti non siano proprio pervenuti, non mi sembra che coincida con fastidio, il fastidio casomai è vedere polemiche inutili fatte da gente inutile su azioni e oggetti ancora più inutili e banali. se tu intendi quello che ho scritto come polemica forse non hai capito, l’unica polemica è il fatto che PALESEMENTE MI HA COPIATO IL DITO DAL CANALE GIRANDOLO DI 45°, per il resto me ne frego, dopo ti farò notare anche pacchiane inesattezze grossolane nella costituzione del dito, che peraltro è fatto in marmo di prima qualità, peccato che la disposizione delle dita mozzate sia sbagliata.

  37. -nell’ambito della dialettica di classe non hanno più come movente un odio che rivendica con dignità la propria appartenenza di classe, bensì un’invidia che cela il desiderio d’appartenenza a ciò che si critica-

    a parte il fatto che non vedo molta differenza tra odio che rivendica appartenenza di classe e invidia che cela desiderio di appartenenza, invidia e odio collimano spesso, mi sembra che in questo periodo storico le classi non siano mai state tanto confuse come in passato, miliardari che si vestono da barboni vs barboni che si vestono firmati etc posers dappertutto, non mi sembra ci sia molta chiarezza e il low profile è una tecnica studiata per questo, l’invidia è presente in ogni ambito sociale e da sempre esiste chi gode nel generarla, delle due in questo momento sono i ricchi che agiscono in modo bolscevico per controllare le classi povere e auspicano il loro odio proprio per incanalarlo a loro vantaggio, quindi fa ridere che si confondano le classi per poi aspirare a un ipotetico odio che rivendichi la propria appartenenza. secondo me in ogni caso ora la gente non sta ragionando in questo modo, è lobotomizzata dal lavoro e troppo occupata a stordirsi con maria de filippi, colorado cafè i tronisti le letterine e xfactor che a ragionare su differenze di classe (anche perchè nelle poche ore libere magari si preferisce solo non pensare) ma non è detto che duri per molto, basta che aumenti la povertà e le divisioni nette torneranno molto evidenti, soprattutto sono evidenti in città sopra il milione di abitanti, il problema rimane sopravvivere chi ha tempo per pensarci se già ora fai fatica ad arrivare a fine mese? meglio coi pochi soldi rimasti comprarsi un po’ di bamba del fumo e svernare guardando x factor al bar. in ogni caso nessuna opera di cattelan mostra questo e a parte qualche eccezione non ti fa neppure entrare in un altro mondo, cattelan è xfactor, è elio e le storie tese, è maria de filippi che apre una lettera che ha già letto, è veronica ciccone in crisi mistica da cambio di guardaroba, è il nulla dell’impiegato che non vuole sentire nulla nelle 4 ore disponibili nell’arco di una giornata. soprattutto dal pulpito in cui è ora discorsi di questo tipo appaiono ancora più ridicoli dei Torno subito che faceva in passato. ritenta e non sarai fortunato nemmeno la prossima volta.

  38. @hm: la differenza c’è, e c’è anche rispetto al passato. Se il modello berlusconiano vince a oltranza è perché lo votano anche gli operai, e lo votano (semplificando molto) perché, lobotomizzati in primis dalle tv commerciali (i tronisti che tu citi sono i poveracci che vorrebbero essere Berlusconi), sognano d’essere quel modello che un tempo aborrivano. Comunque rischiamo di andare off-topic, sulla politica mi fermo qua 🙂

  39. no. lo votano solo perchè il resto è ancora peggio. tra la rai e merdaset non c’è nessuna differenza, si copiano le trasmissioni a vicenda in mezzo a chili di pubblicità

  40. le uniche trasmissioni rai in più sono report e annozero con ghignetto travaglio che è convinto di saperne una più del diavolo perchè ripete berlusconi in loop dall’inizio alla fine, cmq sì meglio finirla qui a parlare di politica

  41. Rispondo a Svelart. Cosa distingue l’arte da uno spot pubblicitario? Istruzioni per vendere meglio! Non c’è nessuna reazione a queste dissenate opere di Cattelan, perchè sono pensate e realizzate con i luoghi comuni del linguaggio pubblicitario. Proprio come un perfetto seduttore di immagini, Cattelan usa qualunque mezzo, qualunque polemica per suscitare interesse attorno alla sua opera. Naturalmente, tutto deve piegarsi al linguaggio e alle forme proprie della pubblicità per vendere meglio. Paradossalmente, la carica “scandalistica,
    “provocatoria” finisce nel svilirsi prorio nel significato intrinseco dell’opera, che si presenta al pubblico, come forma codificata della sua normale ricezione, vale a dire, non pericolosa per nessuno. Siamo molto distanti dalla carica eversiva, dirompente e scandalosa di tanti bravi artisti del passato. Non è concepibile che parte del “limbo” culturale perda tempo a difendere simili e datate pseudo provocazioni.

  42. @SAVINO: cito: “Paradossalmente, la carica “scandalistica, “provocatoria” finisce nel svilirsi prorio nel significato intrinseco dell’opera”, forse volevi dire “nella forma”, non nel significato… Comunque, come già detto in precedenza, concordo circa il fatto che le provocazioni di Cattelan siano caricate a salve; ma questo non mi impedisce di considerarle interessanti, e ho spiegato perché.
    Sulla questione della complicità col “sistema arte” oggetto di critica aggiungo soltanto che tale complicità è tautologica nel momento in cui la critica è metalinguistica: se si vuole criticare l’arte per mezzo dell’arte è ovvio si configuri anche una dimensione di complicità, non se ne esce; e se è vero che tutto può essere arte (senza entrare, qui, nel merito delle condizione sotto le quali ciò può avvenire) allora qualunque modalità espressiva, nel momento in cui viene “elevata” a opera d’arte si rende complice del sistema, anche suo malgrado.

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