15 novembre 2010

Il candidato “culturale”? Non paga. Boeri trombato alle primarie milanesi

 

di

Uno Stefano Boeri pensieroso...
Di esempi ce n’erano tanti, e provenienti da ogni latitudine. Ma il Pd ha voluto sfidare la prassi – e pure la sorte – ed è andato incontro alla débâcle, ben più pesante e simbolica di quel che appare ora. Parliamo dell’archistar Stefano Boeri, e della sua fragorosa sconfitta alle primarie per il candidato sindaco che il centrosinistra contrapporrà a Milano all’eterna Letizia Moratti. Sconfitta per mano di Giuliano Pisapia, orgogliosamente vendoliano…
Eppure, si diceva, i precedenti non mancano: il candidato “culturale” non paga. Ne sanno qualcosa Adriano La Regina, già Soprintendente Archeologico di Roma dimessosi dalla presidenza di Zètema per correre al Consiglio Comunale capitolino, trombato da numero due della lista veltroniana. E ne sanno qualcosa i vari Vittorio Sgarbi, o Oliviero Toscani, lanciatisi nell’agone delle politiche ed invariabilmente massacrati dal voto. Non lontano da Milano, è tramontata tristemente anche l’avventura alla caccia dello scranno più alto di Cantù dell’artista – e “sorella” illustre – Angiola Tremonti.
Ma allora Massimo Cacciari, qualcuno obbietterà? Beh, il caso dello storico sindaco di Venezia è diverso, Cacciari non era un intellettuale improvvisamente lanciato nella competizione, ma aveva maturato negli anni una propria dimensione anche politica…
Meno male – per il Pd – che si trattava di primarie, e la sconfitta è un po’ meno bruciante e teoricamente “rimediabile”. Certo, Boeri ha trascinato con sé nella sconfitta tutto il mondo dell’intellighenzia meneghina che su di lui aveva scommesso, come il potentissimo FAI…

[exibart]

13 Commenti

  1. La vittoria di Giuliano Pisapia, sposta a sinistra un PD senza idee e identità. Sarà il pugliese Niki Vendola, il candidato alle prossime elezioni politiche. Povero Bersani, è finito in un vicolo cieco.

  2. Non entro nel merito dell’articolo, né dell’insuccesso di Boeri, che peraltro non ho votato. Desidero sottolineare la parola scelta per designarne l’insuccesso: “Trombato”.
    Il linguaggio della incultura evidentemente pervade qualsiasi ambito, anche il giornalismo, una volta luogo della bella scrittura. Ci si batte per ridare senso alle parole (e chi è giornalista dovrebbe essere in prima linea, perché tratta di comunicazione) e poi ci si crogiola nell’uso improprio di termini che echeggiano il peggio televisivo. Allora davvero la cultura non paga!

  3. “trombato alle primarie”, è una terminologia cara a Sgarbi, veramente volgare, usarla così, con questa disinvoltura (per un titolo!), è un sintomo di corrività, atteggiamento purtroppo dilagante in Italia da troppo tempo.

  4. Al contrario di Aldo che gode solo per Vendola io dico complimenti a Pisapia, viva le primarie, viva i movimenti e i partiti democratici che danno voce alla propria base e tengono conto delle loro opinioni.
    In secondo luogo, basta coi psicodrammi senza senso – non servono proprio a nulla, quando con le primarie si avrebbe invece l’occasione di vincere sempre… Forse c’è bisogno di spiegarlo a chi non l’ha capito ancora.

  5. A parere mio bisognerebbe scandalizzarsi di chi TROMBA (minor nefertite, la cugina di zio tom, ecc..ecc…) il Primo ministro italiano e visto che ci governa e ci vuole tutti più stupidi ignoranti e incapaci di intendere e volere ma uniti nella family ma ci pensa Lui a noi, ci vuole così.

    Evviva tutti Santi ignoranti egoisti

  6. cara redazione
    non amo il commento francamente buzzurro circa Boeri. L’insulto e la pernacchia come forma del comunicare rivelano povertà culturale. Non essendo dentro le politiche milanesi, giudicherò quando ho gli elementi per farlo.Lasciate a Feltri ciò che è di Feltri. Amenochè non vi siate infeltriti anche voi.

  7. Nel Pd, quando scorre il sangue, non si capisce mai bene per quale scopo, e in nome di quale linea politica. E alla fine l’inevitabile, crudele conclusione degli elettori è che ci si azzanna, in quel partito, solo per fini personali quindi Boeri o altri non sono affari nostri, di noi POPOLO della sinistra….

  8. Caro Marco,
    Ma dove vivi in Polonia? Nel CENTRO SINISTRA, l’unico che ha le idee chiare e un progetto di sviluppo economico e culturale per l’Italia, è N. Vendola. La base del Pd l’ha capito. Sono i dirigenti del Pd che non lo digeriscono. Ha ragione il sindaco Renzi: ROTTAMARE!!!

  9. Vedo che si è preso ad esempio Adriano La Regina.

    Non vale! Chi avrebbe potuto “eleggerlo”?

    Troppi incarichi a Zètema, la società dei musei
    “…il ricorso promosso dai restauratori riguarda vari contratti, tra i quali uno del 2000, per 55 miliardi, e uno di 32 milioni di euro del febbraio scorso..”…” ..Punto chiave del contenzioso in corso, promosso da Ari-Associazione restauratori italiani, la compromissione del «corretto svolgimento della dialettica concorrenziale» tramite affidamento diretto di lavori e appalti.
    “Esistenza di un disagio degli operatori di fronte ai
    pasticci di cui si son resi responsabili
    Walter Veltroni e
    Adriano La Regina”

    Ma questo è solo un accenno:
    http://www.wikio.it/article/catarci-cartellone-tutela-biglietti-scritti-archeologica-184967734

    Piero Iannelli

  10. Una rosa è ua rosa è una rosa, un architetto è un architetto e quello deve fare, provvedendo magari a riempire scavi scellerati sotto Sant’Amrogio, e mi fermo qui. Nè L’avvocato Pisapia è uno zotico ignorante, penso che con lui la Cultura sia salva, tanto più che Boeri ha dichiarato di starci, nella compagine che manderà a spasso gli energumeni e il kukluxklan, e Dio sa se Milano non avrebbe bisogno di un vicesindaco che si prendesse a cuore l’urbanistica, la conservazione, l’edificazione rispettosa dell’ambiente, il funzionamento dei musei, la vitalizzazione dei teatri eccetera. Sulle operazioni maldestre del PD, mi sento di condividere quel che ha detto Paolo Rossi lunedì sera. Per il resto, è importante partire con una campagna energica, urlata e battuta colpo su colpo sulle porcherie della giunta Letizia, che la campagna la sta già facendo, strisciante e subdola come sanno far loro.

  11. L’aggettivo “culturale” va attribuito con più parsimonia. Si diventa esponenti della cultura italiana per molti motivi che talvolta non hanno a che fare con reali meriti. Quindi quando un partito sceglie un candidato deve pensare al fatto che i suoi elettori desiderano in primo luogo essere rappresentati: è necessario quindi che l’intellettuale faccia sentire tutto il peso della sua preparazione, abbia un passato fatto di realizzazioni creative ma non virtuosistiche, innovative ma non incongrue, libere ma non lontane dalle esigenze della comunità che non ha soldi da buttar via. Non sono osservazioni specifiche al caso in questione ma, in generale, i media consentono una rapida fama senza che sia percepito un reale spessore. L’intellettuale di valore è un uomo che comunica con precisione e semplicità, conosce i limiti suoi e degli altri e sa dubitare. Quanti ne vedete alla ribalta?

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