08 novembre 2011

L’arte contemporanea non si capisce? E allora l’inserviente la distrugge

 

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L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica è un saggio di Walter Benjamin che poneva l’accento su come l’arte, con i nuovi mezzi di riproduzione di massa, cinema e fotografia innanzitutto, potesse perdere il suo substrato di sacralità, il suo hic et nunc, la sua esistenza unica ed irripetibile. Pochi anni fa Jean Clair, col suo De Immundo, si identificò come il critico sterminatore dell’arte contemporanea, a partire proprio da quell’orinatoio chiamato Fontana, troppo, troppo e ancora troppo scomodo anche oggi.

Ebbene, in questi giorni è rimbalzato un articolo di poche righe che funge da spunto di riflessione: a Dortmund, nel museo di arte contemporanea della città, l’ennesima inserviente (perché ovviamente questo è solo l’ultimo caso) ha rimosso il gesso contenuto in una bacinella di plastica nera, situata sul pavimento in corrispondenza di una grata colorata, pensando che fosse spazzatura. Trattasi invece dell’istallazione When it starts dripping from the ceiling – Quando inizia a piovere dal soffitto di Martin Kippenberger, conclamato genio tedesco dell’arte deceduto nel 1997. L’opera era assicurata per 800 mila euro.

Ora, il dibattito è il medesimo. L’arte contemporanea è per tutti? L’arte contemporanea non si capisce? L’arte contemporanea non rispetta i canoni dell’estetica, forse è per questo che la poveretta ha scambiato tutto per spazzatura? Forse non servono solo due occhi per vedere e una bocca per parlare per disquisire e decidere cosa è arte e cosa no. La signora però, oltre ad essere digiuna di contemporaneo probabilmente era digiuna anche di musei. Come si fa a rimuovere un oggetto che è parte, quantomeno perché nello stesso perimetro, della scultura e ad essere convinti fosse spazzatura? Nei musei tedeschi i visitatori sono soliti lanciare spazzatura nei “contenitori” posti sotto le sculture? Non mi sembra. In quale mood doveva essere la signora per accigliarsi così tanto nei confronti di un contenitore da muratore pieno di pesante gesso da rimuoverlo? Ora tutto il popolo si sentirà in diritto di dover difendere la disgraziata che dovrebbe risarcire fino a un milione di euro…avete presente la mamma che non ha capito il vostro tormento e ha gettato via qualcosa dalla vostra cameretta di vitale importanza per voi? Ebbene, questa è l’ora del riscatto! (marianna agliottone)


[exibart]

 

12 Commenti

  1. “VOX POPULI,VOX DEI” … dateLe un premio, perchè un giorno sarà considerata un’ Eroina con la seguente motivazione: ” Dava inizio alla rivoluzione estetica nel lontano 2011 dando il giusto significato ad una bruttura formale considerata Opera d’Arte”. Amen.

  2. sono assolutamente d’accordo col Premiatore.Ritengo che la parola “arte” sia totalmente inadatta per “opere” quali bacinelle con cemento o altre amenità del genere, “spazzatura” è un po’ “forte” ma sicuramente rende l’idea.

  3. Quando si avrà il coraggio di dire “Il re è nudo”?
    Certa arte contemporanea pare una barzelletta. Le generazioni future rideranno di noi.
    Quali sarebbero i pregi di questa opera? Che cosa indica tale costo? I materiali? Lo sforzo fisico ed intellettuale compiuto dall’artista? Lo studio che gli ha permesso di poter ideare e realizzare il suo “capolavoro”?
    Io sono un’artista (ritrattista realista) e rispetto ogni forma di arte purchè ci sia una idea, un messaggio, uno sforzo dietro, ma non sopporto la presunzione e l’arroganza con cui certe opere vengono presentate, bollando ignoranti chi non le capisce. L’arte deve essere democratica, deve parlare a tutti, senza l’intermediazione di schiere di critici. Questa opera è già fallita nella sua missione, in quando non è stata capita.
    Quando visito dei musei, dopo aver visto i capolavori (quelli si!) degli antichi maestri, passo anche tra le installazioni moderne per curiosare e certe trovo anche interessanti, divertenti magari anche belle.
    Ma presentarle come capolavori assoluti di immenso valore??? Totò direbbe: “Ma mi faccia un piacere!”
    Se l’arte moderna si diverte di stupire, scandalizzare, faccia pure, ma abbia un po’ di umiltà e rispetto per gli visitatori.
    Quanto all’umiltà, cito una frase da Lucian Freud, un grande maestro:

    “I remember Francis Bacon would say that he felt he was giving art what he thought it previously lacked. With me, it’s what Yeats called the fascination with what’s difficult. I’m only trying to do what I can’t do.”

    (Mi ricordo che Francis Bacon diceva che egli ha portato nell’arte ciò che secondo lui vi mancava. Per me, è come diceva Yeats sul fascino di ciò che è difficile: provo a fare ciò di cui non sono capace)

  4. se ascoltiamo questi 4 commentatori dovremmo eliminare buona parte delle “opere” di tutti i musei d’arte contemporanea esistenti nel mondo.
    Sfondate una porta aperta.
    Oggi non essendovi più alcuna estetica ognuno può dire la sua e….
    Lo so è un vecchio discorso

  5. Oggi c’è l’estetica analitica, la donna delle pulizie non era adeguatamente formata e andrebbe severamente punita e rimossa.

  6. Spesso a far le pulizie ci sono persone che non credo abbiano avuto la fortuna di visitare musei nella loro vita, avranno fatto ben’altro, magari navigato con un canotto per raggiungere l’europa oppure andando a trovare i parenti in ospedale se non in galera.Questo secondo quelle che sono le raltà di chi viene come me da contesti e famiglie di basso rango sociale.
    Ovvio che il suo immaginario non ha la formamentis artistica e quindi tutto questo ai suoi occhi si traduce in disordine e sporcizia.
    Secondo me proprio con questo gesto si è completata l’opera d’arte di questo artista con il racconto delle differenze sociali e di come la percezione cambia sencondo quello che è l’escursus di ognuno di noi.ovvio che se a far le pulizie ci fosse stata per disgrazia avvenuta la figlia della baronessa tal dei tali, cresciuta in vernissage e musei ovvio che tutto ciò non sarebbe accaduto. Per questo, qui il gesto arricchisce l’opera si completa per differenza.
    Con il mio medesto parere.

  7. L’arte è arte e la spazzatura è spazzatura. E’ inutile girarci intorno, molta arte contemporanea è spazzatura, anche se continuamente cercano di farci credere del contrario per alimentare dei grossi giri d’affari.
    Io mediterei molto dopo quello che è successo per capire veramente dove stiamo andando. Forse bisognerebbe riempire i Musei di opere d’arte vere che non lasciano dubbi a qualsiasi ceto sociale. Forse bisognerebbe cominciare a scovare chi sono gli artisti del nostro tempo che un domani davvero lasceranno il segno. L’arte è di tutti e ha uno straordinario potere di comunicazione, quando viene scambiata per qualcos’altro forse, non è arte.

  8. I musei d’arte contemporanea non dovrebbero essere di libero accesso alle persone non adeguatamente istruite. Per il mio museo darò delle indicazioni in modo che non succeda un atto tanto increscioso. Gli individui di bassa estrazione non devono potere avvicinarsi ai capolavori.

  9. Cosa significa: “Gli individui di bassa estrazione non devono potere avvicinarsi ai capolavori” (P.Sandretto) E’ uno scherzo? Credo di si.

  10. Mi sembra che qui ci sia un poco di confusione.
    Chi ha detto che le figlie delle baronesse sono aduse alle vernici di arte contemporanea più delle figlie delle inservienti di sala?
    Non c’è uno scontro di casta (livello sociale) quanto di cultura (livello intellettuale), la quale, naturalmente, non è appannaggio di un ricco più che di un povero (e mentre dico questo mi pento perché fra qualche tempo, se continua così, sarò smentita dalla contingenza).
    Le notizie come queste (mancato riconoscimento formale da “non adusi” che dileggiano involontariamente un’opera) non rivelano altro che l’inadeguatezza di coloro che scelgono il personale di un Museo d’arte o, quantomeno, di coloro che dovrebbero formarlo.
    Ma fa ben più comodo vedervi una metafora dell’inutilità presunta dell’estetica contemporanea. E qui, addirittura, dare della “spazzatura” all’arte di Kippenberger. Con il contorno di ogni luogo comune che consegue una frase del genere.
    Il danno sarà risarcito dal Museo, ben assicurato. La questione è semplice. Un banale incidente di percorso.

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