13 aprile 2012

Palermo. Occupato il Teatro Garibaldi. L’ennesima presa di posizione in città a favore della cultura, supportata dal Valle di Roma

 

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Il Teatro Garibaldi di Palermo, occupato in queste ore
Sono entrati in una sessantina. Sono lavoratori dello spettacolo, artisti e appassionati alla causa. Dove? A Palermo, all’ex Teatro Garibaldi, e diciamo ex perché l’edificio è ormai chiuso da anni, in attesa di restauri e di una riqualificazione che, secondo la popolazione, è stata fin dal principio una manovra fittizia. Arriva di nuovo dalla Sicilia, e proprio dal suo capoluogo, questa ennesima iniziativa  in cui la città rivendica la sua sete di spazi culturali, di finestre possibili con le arti all’indomani della triste vicenda del Museo Riso e dei week end a sostegno della riqualificazione dei Cantieri Culturali alla Zisa, eccellenza cittadina negli anni ’90 ma da anni abbandonata al proprio destino. E per l’occasione è stato formato un nuovo comitato di cittadini volenterosi di far sentire le proprie ragioni, chiamato “Teatro Garibaldi Aperto”, che ha sottoscritto un manifesto che dichiara: «Uno spazio destinato alla cultura non può chiudere per ragione alcuna. La sua assegnazione e la sua vita devono essere garantite da criteri di gestione trasparenti e rigorosi, nel rispetto del valore dell’arte in tutte le sue forme di espressione. Per questo restituiamo oggi alla sua naturale funzione il Teatro Garibaldi: l’ennesimo spazio negato alla città, un luogo che ci appartiene come cittadini e come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte. Come cittadini abbiamo il dovere di difendere il patrimonio artistico del nostro Paese, il dovere di sottrarlo alla gestione clientelare e priva di progettualità. Chiediamo alla cittadinanza di aderire alla nostra lotta e partecipare alla nostra azione». Il “Garibaldi” si trova nel quartiere Kalsa, a pochi passi dalla Basilica La Magione. Inaugurato nel 1861 proprio da Garibaldi, nel corso del tempo ha subito varie trasformazioni. Gli ultimi interventi ne hanno cambiato gli interni e si sono conclusi nel maggio del 2010, senza una riapertura effettiva. Il movimento palermitano, appoggiato dal Teatro Valle di Roma, ha chiesto al Comune di Palermo di dotarsi di un regolamento che disciplini l’assegnazione degli spazi culturali di sua proprietà e che inizi a monitorare le attività finanziate con i soldi pubblici al fine di evitare le situazioni che abbiamo visto, in Sicilia ma non solo, negli ultimi tempi. «È necessario che tale regolamento sia elaborato e condiviso dagli artisti, dalle professionalità che gravitano intorno al mondo della cultura, dai funzionari degli uffici dell’amministrazione pubblica di competenza» rimarca il collettivo nel testo della presa di posizione. Che succederà ora? 

1 commento

  1. perchè sempre tanta approssimazione?.fare cultura è un lavoro durissimo che impone abnegazione e precisione oltre che “cultura”. il quartiere non si chiama La Kalsa ,ma più semplicemente Kalsa.
    il teatro non è importante perchè inaugurato da Garibaldi ma perchè per diversi anni dopo la sua “riapertura” è stato un teatro popolare di sperimentazione. e prima di essere teatro era l’ingresso ad uno dei giardini di uso pubblico di Palermo.
    le pubbliche amministrazioni ed i burocrati adorano sia le ristrutturazioni che i “restauri” perchè permettono di chiudere senza controllo gli spazi pubblici ed evitano la “manutenzione” che se operata correttamente in genere evita il “restauro” e questo lo dico perchè come architetto da 40 anni mi occupo di restauro e vedo i danni che produce.si potrebbe anche…risparmiare!

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