29 novembre 2012

“Lo sguardo espanso” del cinema e dell’arte a Catanzaro. Tre domande a Rocco Guglielmo, patron della prima mostra sul cinema d’arte

 

di

Luca Maria Patella, Terra Animata

Si aprirà domani, presentata dal Comune di Catanzaro, dalle Fondazioni Rocco Guglielmo e Mimmo Rotella, in collaborazione con le Cineteche di Roma, Bologna e Milano “Lo sguardo espanso”, prima rassegna del cinema d’artista italiano, con oltre 50 nomi coinvolti che spaziano da Depero a Bruno Munari, da Pino Pascali a Mario Schifano a Carmelo Bene fino ai contemporanei Rosa Barba e Gianluigi Toccafondo, solo per fare alcuni nomi.
Una mostra che in qualche modo si configura come una start-up, che intende ricostruire la storia delle immagini in movimento nei 23 ambienti del Complesso Monumentale del San Giovanni, creando un viaggio visuale e un dialogo intermediale tra artisti storicizzati, a cui saranno dedicate intere sale (anche in relazione all’importanza del medium tecnologico nelle loro carriere) mentre di altri sarà invece presentato un solo esempio. Insieme ai video anche fotografie, installazioni oggettuali e sonore, disegni, dipinti, serigrafie e altro oggetti, a costituire un affascinante ed inedito viaggio visuale, a cura di Bruno Di Marino, Andrea La Porta e Marco Meneguzzo. Abbiamo realizzato una breve intervista con Rocco Guglielmo, collezionista e Presidente dell’omonima Fondazione, intorno alla mostra.
La mostra “Lo sguardo espanso”, che inaugura il 30 novembre presso l’ex Complesso del San Giovanni a Catanzaro, si può leggere come un omaggio al cinema, lei ama il cinema?
«Si, moltissimo e la mostra “Lo sguardo espanso” si colloca come ideale prosecuzione della mostra precedente “Corpo elettronico”, quasi un completamento direi. Lì era la videoarte ad essere protagonista, qui è il cinema e tutti gli artisti che si sono cimentati con questo linguaggio. In più vi è un omaggio a Mimmo Rotella, un corto inedito di 2 minuti circa prodotto dalla Fondazione e realizzato da Ugo Nespolo, oltre una sala con cinque sue opere».
Da collezionista, oltre che presidente della Fondazione, come entra in relazione con i progetti e con gli gli artisti che sostiene?
«Mi rapporto sempre con i curatori e se conosco bene l’argomento mi piace entrare nel merito del progetto e nella scelta degli artisti. Ma il lavoro che poi i curatori portano avanti procede autonomamente.

Ho iniziato a collezione arte contemporanea molti anni fa, ho conosciuto Mimmo Rotella ed è stato lui a darmi i primi consigli su come muovermi in questo mondo ed ad indicarmi delle persone di riferimento. Oggi colleziono artisti storicizzati, ma soprattutto giovanissimi. Certo è che sono stato legato a Mimmo per anni da un rapporto di amicizia, tanto che ad oggi faccio parte della Fondazione a lui dedicata e per questo vado spesso a Milano, sede della Fondazione, dove ho delle gallerie di fiducia che frequento».
Perché decidere di investire e sostenere l’arte contemporanea in Calabria?
«Credo sia un dovere per me fare qualcosa per il territorio. Amo l’arte contemporanea, e allora ho pensato che fondare una Fondazione privata, quindi slegata da determinate logiche, fosse il modo migliore per essere più liberi nei temi trattati e per sostenere i più giovani. Proprio ieri mattina ho visto dei lavori di un artista di Locri, giovanissimo, del 1986, è bravissimo e mi piacerebbe molto fargli una mostra l’anno prossimo. Anche perchè ho sempre pensato che l’arte e la cultura se ben supportate possano avere una ricaduta economica sul territorio». (Serena Carbone)

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