31 gennaio 2013

Miniartextil, ventitre edizioni di arte cucita, da domani al “Beffroi” di Montrouge. Tre domande a Mimmo Totaro

 

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Tutto nasce nel 1991 a Como, dove Mimmo Totaro e Nazzarena Bortoloso ideano una mostra dove sono presentate 30 piccole opere d’arte realizzate attraverso l’uso del tessuto, anzi, ad essere più precisi, del filo, che si fa “collante” per i più diversi materiali. L’esperimento riesce bene, così che la manifestazione nel 1992 aumenta il parterre di artisti, con dieci presenze straniere. Nel 1997 i creativi di Miniartextil sono 176 e nel 2000 viene anche invitato il catalano Josep Royo, abile tessitore scelto da Joan Mirò per realizzare i suoi arazzi. La storia recente ha avuto in Miniartextil l’avvicendarsi di temi romantici e la riappropriazione di luoghi emblematici della storia dell’arte e della cultura di Como, nonché coinvolgendo grandi artisti come El Anatsui o Sabah Naim, egiziana proposta da Lia Rumma nel 2007. Da qualche anno, inoltre, il “festival” Miniartextil, curato da Luciano Caramel, è diventato itinerante, spostandosi da Como, a Montrouge, centro alle porte di Parigi dove la nuova edizione debutterà domani, fino a Venezia, a Palazzo Mocenigo, in occasione della prossima Biennale di Venezia. Abbiamo raccolto la testimonianza di Mimmo Totaro, vicepresidente dell’Associazione Arte&Arte, che dal 1994 promuove la kermesse.
Partiamo dalle origini: MINIARTEXTIL nasce a Como nel 1991, come una mostra annuale d’arte tessile. Sono passati 23 anni, e non si è saltata nemmeno un’edizione. Qual è stato il segreto di questo successo e cos’è cambiato negli anni?
«Il segreto del successo di miniartextil è legato alla intuizione di collegare un evento al proprio territorio. Il tessile, che è sempre stato in primo piano nell’industria lariana, ha dato lo spunto per proporre opere d’arte realizzate in tessuto o con tecniche tessili. Negli anni la mostra, che all’inizio aveva un taglio artigianale, si è evoluta proponendo anche le opere di grandi artisti tessili presenti in ambito internazionale. Oggi ci dedichiamo soprattutto alla ricerca di giovani artisti che utilizzano il tessile come una qualsiasi tecnica espressiva».
Como ha una antichissima tradizione sui filati e le sete; l’attuale crisi ha cambiato le cose? Crede che l’arte contemporanea sia un mezzo per poter far sopravvivere le eccellenze del territorio (anche in senso più ampio, in una visione più globale dell’Italia)?
«La crisi ha inciso in modo radicale sull’intero sistema filiero comasco. L’industria non ha saputo rinnovarsi, non ha saputo investire nella ricerca, la stessa ricerca alla base del nostro lavoro. L’arte e la cultura sono alla base di ogni società. Senza di esse il degrado da culturale diventa inevitabilmente sociale ed economico. Solo l’arte può aiutarci a crescere, a riscoprire la bellezza della vita e a valorizzare le eccellenze del territorio. Credo che tutto quello che dico possa essere esteso anche all’attuale situazione nazionale».
Dopo le tre tappe di Como, ora Montrouge e poi Venezia, in occasione della Biennale, ci dà un feedback di questa edizione e qualche anticipazione della nuova rassegna 2013 la cui tematica lanciata è “Eros”?
«L’edizione Agorà miniartextil 2012 como, che si è svolta a Villa Olmo lo scorso autunno, inaugura domani a Montrouge, cittadina alle porte di Parigi, che da nove anni ospita la manifestazione e che ora mette a disposizione la nuova prestigiosa sede de Le Beffroi, un teatro anni trenta divenuto centro culturale della cittadina. La tappa comasca ha avuto un notevole successo anche grazie all’apertura a 360 gradi al cinema, alla musica, alla filosofia, alla didattica. Le grandi installazioni che hanno accompagnato i 54 minitessili, hanno davvero entusiasmato il pubblico, dimostrando che l’arte tessile contemporanea può avere una dimensione coinvolgente con molteplici sfaccettature. È da quasi dieci anni che miniartextil trova ospitalità in queste due sedi fuori Como e nel tempo se ne sono alternate altre. Oggi la crescita del progetto è legata alla situazione di crisi generale e purtroppo, nonostante l’esperienza e i risultati ottenuti in oltre vent’anni, l’energia organizzativa impiegata non può avvalersi di sufficienti disponibilità economiche. Tra i nostri desideri c’è anche quello di portare la mostra in altri luoghi in cui l’arte tessile o più semplicemente l’arte contemporanea tout court possa diventare protagonista. L’edizione 2013 con il tema EROS, vuole essere uno omaggio all’amore nelle diverse sue accezioni, incuriosendo e coinvolgendo, come accade da tempo, un notevole numero di artisti chiamati ad abbandonare i loro preconcetti e a ritrovare il significato più autentico, attivo e fondante di questo sentimento. Amore inteso come desiderio e attrazione: forze capaci di generare in noi emozioni che spingono all’azione. Un anelito alla conquista e alla creazione di un percorso comune».

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