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«Ricollegandosi allo “spirito del luogo”, ne ripercorre simbolicamente la memoria. Crea un cortocircuito temporale (tra presente passato e futuro) passando per le varie epoche del castello e ricollegandosi al nostro presente. Con un movimento circolare e tagliente, ripercorre varie fasi della repressione della libertà dell’animo umano. Ripercorre i tracciati del dolore, della ricerca di libertà assoluta, scandisce un tempo dolorante. Ci invita a una riflessione sulle crudeltà prodotte, tra le ombre della civiltà, nei confronti della diversità, dell’altro, della libertà di pensiero». Sono le parole di Rosy Rox, artista napoletana vincitrice della seconda edizione del concorso “Un’opera per il Castello”, che debutterà stasera proprio a Castel Sant’Elmo, a Napoli.
Sviluppato a partire dal tema “Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio”, Tempo interiore indaga il rapporto tra memoria del luogo, e il tempo che viene reso più “atroce”, come afferma l’artista: l’opera consiste infatti di tre energiche lame, poste in sostituzione delle lancette dei secondi, minuti e ore, delle quali da tempo l’orologio era sprovvisto. Stasera, inoltre, saranno presentati i progetti dei dieci finalisti (Riccardo Beretta, Diego Cibelli, Raffaella Crispino, Raffaele Fiorella, Valentina Lapolla -Menzione speciale della giuria nello scorso giugno- Domenico Antonio Mancini, Giulia Manfredi, Valerio Rocco Orlando, Giuseppe Teofilo ed Eugenio Tibaldi. Il tema della terza edizione del bando? Lo scoprirete proprio oggi, ma sappiate che anche stavolta sarà imprescindibile il rapporto con Sant’Elmo, e la sua struttura sia architettonica, che museale.