25 marzo 2014

“Dopo il muro”, Manifesta all’Ermitage. Ecco gli artisti dell’edizione firmata Kasper König. L’Italia? Con Lara Favaretto e Paola Pivi

 

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il progetto di Thomas Hirschhorn per Manifesta 10

Sono stati annunciati oggi gli artisti che avranno il compito di portare il contemporaneo in uno dei più importanti musei del mondo, l’Ermitage di San Pietroburgo, alla decima edizione di Manifesta, curata da Kasper König.
Annunciati in una conferenza da M. Piotrovsky, direttore del museo russo e Hedwig Fijen, direttrice di Manifesta, la kermesse quest’anno rifletterà sui cambiamenti che hanno avuto luogo nell’ambito dell’arte e della società dopo la caduta del muro di Berlino, con due terzi della mostra installati nell’area del General Staff Building, restaurata per ospitare esposizioni d’arte moderna e contemporanea, e per un terzo al Palazzo d’Inverno.
Hedwig Fijen ha commentato: «Sotto la direzione curatoriale di Kasper König Manifesta 10 offrirà una mostra stimolante e impegnativa e un vasto programma pubblico. Abbiamo scelto di operare al di fuori del “porto sicuro” dell’Occidente perché crediamo che l’arte offra una prospettiva di riflessione sulla società. Il nostro lavoro è il dibattito, la negoziazione, la mediazione, e la diplomazia; questioni che non rifuggono dai conflitti del nostro tempo. In un momento in cui tutto tende ad essere letto attraverso una lente geo-politica, l’arte è lì per fornire la complessità e le sfumature». Ancora una volta, insomma, orgogliosi di aver varcato il confine dell’Europa per approdare all’ex Unione Sovietica.
La squadra? Composta da cinquantacinque artisti, con più di trentacinque opere e progetti appositamente commissionati: «Manifesta 10 sarà una mostra complessa, con i partecipanti che mirano a cimentarsi con tutte le possibilità che l’arte offre, per aprire prospettive e discussioni. Questa mostra vuole porre domande, e non ho dubbi che avrà un impatto anche dopo la sua chiusura, nell’autunno del 2014. Gli artisti di questa edizione rappresentano, e hanno contribuito a sviluppare, alcuni dei filoni principali dell’arte contemporanea in Occidente e in Russia. Per questo motivo non sono facilmente categorizzati. In un museo che accoglie storicamente artisti e periodi diversi, come l’Ermitage, è stato naturale selezionare una gamma diversificata e complessa di posizioni contemporanee», ha dichiarato König. Volete i nomi? Eccone un po’: Vadim Fishkin, Elena Kovylina, Vladislav Mamyshev-Monroe, Timur Novikov, Ilya Orlov e Natasha Kraevskaya, Pavel Pepperstein, e Alexandra Sukhareva tra i russi, il fotografo ucraino Boris Mikhailov, e poi le pittrici Marlene Dumas, Nicole Eisenman e Maria Lassnig, esposte nelle sale di Henri Matisse del Palazzo d’Inverno, mentre le opere di Matisse saranno trasferite nel Palazzo Maggiore; ci sarà Tatzu Nishi (Giappone) e lo svizzero Thomas Hirschhorn, Francis Alÿs, Paola Pivi e Lara Favaretto, che creerà una installazione all’interno delle sale dedicate alle antichità italiane. Dalla Spagna poi Jordi Colomer, e i miti Joseph Beuys, Bruce Nauman, e Gerhard Richter; i progetti performativi di Pavel Braila, Lado Darakhvelidze, Alevtina Kakhidze, Ragnar Kjartansson, Deimantas Narkevičius, Kristina Norman, Ilya Orlov e Natasha Kraevskaya,Alexandra Pirici, Slavs and Tartars, Anna Baumgart e Andrzej Turowski, Kathrin Becker, Anna Bitkina, Ekaterina Degot, Glyuklya, Pavel Arseniev, Emily Newman, Jonathan Platt, Rimini Protokoll, Aaron Schuster e Mierle Laderman Ukeles. A curare i programmi pubblici sarà invece l’ex direttrice della Biennale di Berlino Joanna Warsza. Qui, tra le proposte, anche “Unlooped-KINO” programma ideato dai tedeschi Nathalie Hoyos e Rainaldo Schumacher di Office for Art (Berlino), che offrirà una sorta di “bollettino” di film e video degli ultimi 10 anni, e tra i partner vedrà schierati anche la Cumbusyan e la Eksioglu Collection di Istanbul, la Goetz Collection di Monaco di Baviera, Garage di Mosca e, last but not least, la “nostra” Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

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