31 luglio 2014

Cartoline dall’Italia, Paese che parcheggia le auto in spiaggia, e incassa 70 miliardi l’anno con l’indotto turistico

 

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Auto parcheggiate in spiaggia a Realmonte (AG)
È il giorno del turismo in Italia. E mai come in questo 31 luglio le cartoline davvero si sprecano: da un lato ci sono gli esercenti furiosi con una situazione meteorologica che ha di fatto cancellato l’ultimo mese dalle vacanze 2014, proposti a tambur battente da ogni telegiornale, dall’altro ci sono le peggiori cartoline che arrivano dal sud, dalla provincia di Agrigento, dove le macchine dei bagnanti vengono parcheggiate direttamente sulla spiaggia, a pochissimi centimetri dall’acqua. Questione di educazione, come si diceva ieri rispetto ai turisti che fanno gestacci ai musei, nelle proprie selfie. 
Oggi invece arrivano i dati dell’incontro tra Franceschini con l’Osservatorio Nazionale, che a sua volta mostra il ritratto di un Paese spaccato, dove nel mezzogiorno – in proporzione alla ricchezza dell’offerta culturale – il numero dei visitatori è nettamente inferiore a quelli che scelgono di visitare il nord dell’Italia. 
Nei prossimi mesi, grazie alla legge Artbonus, cambierà l’assetto dell’Enit, ente che per la sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni, intervistata a Radio 3 «Non ha mai funzionato come avrebbe dovuto a causa di una serie di gabbie normative», mentre per Gian Antonio Stella, che già si era schierato con Franceschini per la riforma del MiBACT è necessario fare chiarezza sulle stelle delle strutture alberghiere, perché in Italia «spesso funziona un turismo di rapina». Nulla da eccepire, e gli episodi vengono a galla ad ogni stagione, Natale e agosto specialmente, quando sono all’ordine del giorno notizie di visitatori spennati a tavoli di ristoranti o in alberghi.
Altro refrain della giornata è la ripresa del turismo spagnolo, e anche croato, dopo la grande crisi che hanno attraversato negli ultimi anni: il turismo qui è leva portante, e i commenti rivolti verso i nostri connazionali che scelgono la penisola iberica o le coste di fronte a Veneto e Romagna per le proprie destinazioni di villeggiatura, a causa di costi contenuti e facilitazioni, sono quasi stizziti. 
Eppure è una lezione che l’Italia deve apprendere, perché se i 70 miliardi di introiti che il Belpaese macina annualmente grazie ai visitatori, sono distribuiti malissimo: Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana sono le regioni che da sole accolgono il 60 per cento della spesa turistica proveniente dall’estero, con statunitensi e tedeschi in pole position, mentre gli introiti del Sud contribuiscono solo per circa il 13 per cento. «Una cosa assurda», ha commentato il Ministro, che ha parlato di moltiplicare l’offerta turistica per generare più ricchezza [ma vanno create condizioni e strutture, e civiltà: non molti americani o tedeschi probabilmente apprezzerebbero di veder parcheggiata un’auto a pochi centimetri dal proprio asciugamano n.d.r.]. 
Tra le altre questioni sul piatto c’è anche la famosa digitalizzazione: che cosa significa in parole povere? Risponde Franceschini: «Ormai ognuno di noi quando si organizza un viaggio, tende a fare tutto da solo sulla Rete e ha infinite possibilità. Su questo noi siamo molto indietro sia come sistema pubblico che come sistema privato», ed è proprio per questo – aggiungiamo noi – che è quantomeno necessario portare a tutti la possibilità di fare il modo che l’Italia sia a portata di un clic anche a 6mila chilometri di distanza, per aggirare truffe, bagarini e cifre nebbiose e garantire un poco di trasparenza sui servizi.
E poi c’è la famigerata tassa di soggiorno: Franceschini parla di un quadro normativo rispettando l’autonomia delle Regioni. «Un conto è pagare la tassa di soggiorno in una città come Roma o Venezia, un conto è pagarla in una città più piccola». 
In tutti i casi ci vedremo tra 6 mesi, per un nuovo rapporto. Pronti per le nuove cartoline firmate Dario Franceschini, sperando che arrivino tutte in tempo utile, come spesso non succede tramite le famigerate Poste Italiane.

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