27 agosto 2014

Dopo Carlo Scarpa arriva Tomaso Buzzi. Sono sue le prossime “Stanze del Vetro” per Venini a Venezia

 

di

Tomaso Buzzi, Coppa delle Mani, V Triennale di Milano
L’anno scorso il New York Times, in occasione della mostra dedicata alla produzione di Carlo Scarpa per Venini, definì il design italiano del vetro “sublime”. Quest’anno invece, a partire dal prossimo 14 settembre, all’Isola di San Giorgio Maggiore sarà in scena Tomaso Buzzi per celebrare “il gusto italiano” nell’estetica dell’architetto milanese, duranti il periodo degli anni ’30. 
Curata da Marino Barovier, l’esposizione di Buzzi è la terza del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini, progetto pluriennale de “Le Stanze del Vetro” avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung. Amico e collaboratore di Gio Ponti, Buzzi –classe 1900- lavorò per Venini nel biennio 1932-33 che continuò anche negli anni successivi, mettendo nel vetro le sue conoscenze di arte antica, in particolar modo di quella etrusca, attraverso la cui ispirazione cercava di realizzare manufatti nuovi e originali che esaltassero le caratteristiche plastiche e materiche del vetro. 
Attraverso una nuova tecnica consistente in quello che viene formato come un tessuto vitreo, incamiciato a più strati di colore e applicazioni di foglia d’oro, Buzzi trasforma radicalmente l’aspetto dei vetri prodotti fino ad allora dalla Venini, portando l’azienda muranese alla creazione di vetri eleganti e raffinati, le cui superfici attraverso gli studi di Buzzi dovevano essere simili alla velatura ad olio nella pittura. 
All’Isola di San Giorgio saranno in scena circa 200 oggetti, i disegni originali catalogati nell’archivio Venini, ma anche attraverso progetti inediti conservati alla Scarzuola del paesino umbro di Montegabbione, città-teatro che Buzzi costruì a partire dalla fine degli anni sessanta e che continuò a modificare fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1981. Ma non c’è solo vetro: visto che siamo a Venezia non può mancare il cinema, ecco che arriva il documentario firmato da Gian Luigi Calderone, intitolato Tomaso Buzzi. Le memorie dell’Angelo Custode, che racconta la figura dell’architetto milanese attraverso degli appunti inediti, attraverso i quali Buzzi progettava di scrivere la sua autobiografia, in una forma insolita, ossia raccontata dal suo “Angelo Custode. Glass The House Mondrian, la prima opera architettonica e temporanea di Hiroshi Sugimoto a Venezia inoltre, resterà aperta per tutta la durata della mostra. 

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