23 settembre 2014

Appuntamento con la performance. Ecco la “coda” di Nomas Foundation, che porta l’arte dal vivo in tre luoghi di Roma

 

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Questo week end potrete scoprire Roma non attraverso i classici canali, ma seguendo la performance. A offrire queste nuove, possibili, tappe, è la Nomas Foudation, che mette in scena la tappa finale di “To continue, Notes towards a Sculpture Cycle” a cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni, in collaborazione con la GNAM, dopo le tre parti dedicate a Materia, Sguardi e Scala.
Cosa succederà? Per esempio al Parco di Villa Aldobrandini, sabato alle 15, 17 e 18, potrete incontrare il collettivo Karaoke Police sui vostri passi, con l’azione Great Minds in the Headless Park.
David Bernstein, Sophia Holst, Monika Lipšic, Marija Olšauskaitė, Styrmir Örn Guðmundsson, Jurgis Paškevičius e Andrea Polichetti, membri del gruppo, attraverso narrazione, attivazione di oggetti, esempi di realtà aumentata, musica, e movimenti del corpo, si metteranno direttamente in contatto con chi passerà sulla loro strada, nella più classica metodologia performativa. 
Italo Zuffi dalle 10 di domenica sarà invece al Circolo Sportivo di Montecitorio, con l’azione Ritratto al buio di Gheddafi: l’artista in questo caso giocherà con l’idea di connotare temporaneamente con gesti, azioni e racconti un luogo (in questo caso centro sportivo) capace di riunire persone con interessi simili. Un “corpo sociale”, come scultura. Dopo Montecitorio la terza tappa, alla GNAM, con Bettina Buck e la sua Another Interlude, sempre domenica dalle 13 in poi.  
L’artista metterà in scena sé stessa intenta a trascinare un blocco di spugna tra le sale del museo: un confronto surreale tra l’istituzione e la sua collezione, che l’artista indagherà attraverso quei materiali e quelle forme che rappresentano la storia dell’arte degli ultimi duecento anni e che ne segnano le innumerevoli evoluzioni e mutamenti. Proprio come sono mutate la scultura e la performance. Interconnesse, sovrapposte, invisibili perché costruite ogni giorno da azioni “sociali”, e che l’arte aiuta a mettere in luce. 

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