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C’è una scala a chiocciola che si arrampica verso l’alto, per consentire un ideale accesso a un ambiente sopraelevato, una torretta che non appartiene a un solo passato ma a tutti i passati di Castel Sant’Elmo, che nelle sue cisterne ha trovato anche un campo di grano, visione di libertà oltre le mura che hanno visto anche condanne ed esecuzioni. Stiamo parlando di Le Jardin, il lavoro collettivo di Giulia Beretta, Francesca Borrelli,Francesco Cianciulli, Romain Conduzorgues, Baptiste Furic, Silvia Lacatena, Jule Messau, Carolina Rossi, e di My drams, they’ll never surrender, di Gian Maria Tosatti, i due ex aequo del concorso “Un’opera per il Castello” di quest’anno.
Da domani al 4 ottobre il museo permetterà l’ingresso libero alle installazioni, che in entrambi in caso guardano alla storia del Castello, al recupero della sua memoria e nell’esplorazione di piccoli segreti rimasti invisti per anni.
La giuria presieduta da Fabrizio Vona e composta da Angela Tecce, Maria Grazia Bellisario, Maria Vittoria Marini Clarelli, Aurora Spinosa, Caterina Fiorentino, Andrea Viliani, Ludovico Pratesi, Ornella Corradini, Rosalba Garuzzo e Alfonso Artiaco, aveva scelto di premiare le due opere per il loro valore di “Sospensione, Attese…” (il tema del contest 2014) secondo due diverse prospettive linguistiche ed estetiche di grande visionarietà. E fino al 12 ottobre, al Museo del Novecento di Napoli si potranno vedere anche due video firmati da Fiamma Marchionne, dedicati alle opere vincitrici, mentre se decidete di scoprire il castello secondo gli artisti mettetevi abbigliamento e scarpe comode.