19 ottobre 2014

Hiroshi Sugimoto al Castello di Ama, nel Chianti. Una nuova opera per la collezione, in collaborazione con Galleria Continua

 

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Sugimoto al Castello di Ama © foto Andrea Paoletti
Non lontano da Gaiole in Chianti, tra i dolci declivi della campagna toscana si trova il Castello di Ama, un antico borgo di origine medievale sede della nota azienda vitivinicola che ormai da quindici anni, parallelamente all’attività primaria, porta avanti un progetto vocato all’arte contemporanea in collaborazione con la Galleria Continua di San Gimignano. 
Questo sodalizio ha portato, negli anni, artisti di fama a realizzare opere site specific in permanenza che, di anno in anno, sono andate ad arricchire la collezione situata nel giardino, nella cantina e in alcuni spazi interni. Dopo le opere di Daniel Buren, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Kendell Geers, Anish Kapoor, Chen Zhen, Carlos Garaicoa, Nedko Solakov, Cristina Iglesias, Louise Bourgeois, Ilya & Emilia Kabakov, Pascale Marthine Tayou si è inaugurata ieri l’ultima installazione. L’artista giapponese Hiroshi Sugimoto (1948), ha, infatti, dato il suo contributo con Confession of zero collocandola nell’abside della cappella settecentesca dell’antica villa padronale. Si tratta di una scultura in marmo e acciaio che porta a riflettere sul concetto di assenza e sul mistero dell’esistenza. 
Nell’angusto spazio a forma di semicerchio dietro all’altare la luce filtra da una piccola finestrella, una fessura dalla quale, come una lama, i raggi trafiggono l’opera che, quasi con una forma di clessidra, invade l’ambiente. Nel buio si riconoscono le due strutture in marmo, una coppia di modelli matematici in forma conica, contrapposti tra loro e con la parte superiore sospesa. L’artista invita a osservare attentamente – e il sedile sotto la finestra ne sollecita l’azione –il punto quasi invisibile del segmento in acciaio che separa i due coni e nel quale è nascosto il mistero dell’esistenza.
All’interesse per la scultura Hiroshi Sugimoto unisce quello per la fotografia, sua principale espressione artistica, e in una sala dell’azienda sono esposti alcuni scatti molto essenziali, rigorosamente in bianco e nero, che giocando sul luci e ombre esaltano forme geometriche essenziali. Alcune foto ma della serie Theaters sono invece in mostra nei locali della Galleria Continua a San Gimignano, tra queste anche Cinema Teatro Nuovo (2014) che ritrae l’ex-cinema teatro di San Gimignano dove oggi ha sede la Galleria. (Enrica Ravenni)

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