26 dicembre 2014

“Surround Audience”. Ecco i nomi degli artisti alla nuova triennale del New Museum, dedicata agli effetti di tecnologia e social media

 

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Sarà curata da Lauren Cornell e dall’artista Ryan Trecartin. Il titolo? “Surround Audience”. Ecco la terza Triennale del New Museum, presentata a New York e che si svolgerà dal 25 febbraio al prossimo 24 maggio nell’edificio sulla Bowery. Cinquantuno artisti in totale, tra singoli e collettivi, provenienti da 25 Paesi e di cui, per molti di essi, la triennale sarà la prima occasione di esporre il proprio lavoro negli Stati Uniti. 
Cornell e Trecartin, che hanno lavorato insieme per quasi un decennio, anche stavolta si muoveranno sulle tracce della loro passione condivisa per gli effetti sociali e psicologici della tecnologia digitale, per sondare come gli effetti della tecnologia del tardo capitalismo siano stati assorbiti nel nostro corpo e abbiano modificato la nostra visione del mondo.
Nam June Paik e Stan VanDerBeek sono i numi tutelari per una mostra in cui, spiega Trecartin «gli artisti dipingono con la soggettività i complessi sistemi di potere, ma mentre le questioni sui social media forniscono un punto di partenza, non sono le piattaforme ad essere indagate, ma piuttosto i loro effetti associati e il loro intersecarsi con la vita». 
Ovviamente in scena tutte le discipline del nuovo millennio, e anche quelle del vecchio secolo: suono, danza, cabaret, poesia, installazioni, scultura, pittura, video, e anche un talk show on-line. Forme dissonanti per lo scioglimento della nostra privacy, come mostra Josh Kline nell’opera Freedom; e poi Eduardo Navarro, il coreografo coreano Geumhyung Jeong, Aleksandra Domanovic, Basim Magdy e tante tante opere commissionate appositamente per la Triennale grazie alle residenze che il museo ha ospitato in questi ultimi tre anni: Niv Acosta, Aslı Cavusoglu, Juliana Huxtable, Daniel Steegmann Mangrané e Luke Willis Thompson. E poi Nadim Abbas, Sophia Al-Maria, Ketuta Alexi-Meskhishvili, Olga Balema, Frank Benson, Sascha Braunig, José León Cerrillo, Onejoon Che, Tania Pérez Córdova, DIS, Aleksandra Domanovic, Exterritory, Shadi Habib Allah, Lena Henke, Eva Koťátková, Oliver Laric, Rachel Signore, Ashland Mines, Avery K. Singer, Martine Syms, e Lisa Tan, Antoine Catala, e un film in diretta di Casey Jane Ellison, concentrato sui temi della mostra, e che sarà girato al museo. In tutti i casi giovani, o giovanissimi, nati tra il 1971 e il 1989. Italiani? Nemmeno l’ombra.

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