25 febbraio 2015

Santo Ai Weiwei da Alcatraz. Cinque mesi di mostra e il record di mezzo milione di visitatori sull’isola ex carcere di San Francisco

 

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La sua Alcatraz è la Cina, che non lo lascia uscire dai suoi confini per fare il suo lavoro. Gli Stati Uniti, invece, lo amano incondizionatamente. Parliamo di Ai Weiwei, protagonista di una mostra incredibile nell’ex carcere dell’isola di Alcatraz, nella baia di San Francisco, che ha attirato qualcosa come mezzo milioni di visitatori in cinque mesi, sfilati pieni d’incanto e commozione davanti a sette progetti installati in quattro punti della prigione. 
Organizzata dalla For-site Foundation in collaborazione con il National Park Service e il Golden Gate National Parks Conservancy, la mostra è stata ispirata dalla storia stratificata e problematica dell’isola, e ovviamente i riferimenti sono alle questioni sociali più complesse e pressanti del nostro tempo, comprendendo anche l’azione del pubblico. C’è, per esempio, la possibilità di indirizzare cartoline, grazie alla collaborazione di For-site con Amnesty International, a una serie di detenuti “di coscienza”, come è stato Weiwei in Cina nel 2011, in prigione per 81 giorni: finora le missive sono qualcosa come 50mila, a prigionieri reclusi in più di 20 Paesi. Non solo: che ne dite di un incremento del 65 per cento dei visitatori in una meta turistica già fortissimamente conosciuta per chi si reca nella città californiana? 
E poi basti sapere che l’hashtag #AiWeiweiAlcatraz è stato utilizzato più di 5mila volte dagli utenti su Twitter e Instagram, e lo stesso artista è stato attivo nella condivisione di commenti e immagini. Un successo che, insomma, non accenna a decrescita, anzi. E che Ai Weiwei, nonostante le sue prigioni, si conferma una macchina da guerra. C’è tempo fino al 26 aprile per far parte di una mostra che è già record, e che probabilmente passerà alla storia per l’incredibile collocazione. 

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