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Strike! Sciopero! Da due giorni i lavoratori della National Gallery di Londra hanno di nuovo incrociato le braccia per protestare sulla privatizzazione dei servizi per i visitatori del museo. E non è mica finita, anche perché questa prima ondata andrà avanti fino a domani e poi si riprenderà anche il prossimo 27 e 1 maggio. Il museo ha annunciato l’anno scorso un piano per esternalizzare i lavori che riguardano visitatori e sicurezza del museo, coinvolgendo qualcosa come 400 dipendenti, che si è subito assicurato non perderebbero il proprio posto.
Ma pare che i sindacati da queste parti siano decisamente più forti, al punto di chiedere una revisione del piano dopo il 7 maggio, ovvero dopo le elezioni politiche e aspettando l’ingresso del direttore entrante Gabriele Finaldi, in sostituzione di Nicholas Penny. E intanto si aggiungono due nuove personalità alla causa: l’artista Ryan Gander e il regista Ken Loach sono tra coloro che hanno già firmato la lettera.
Come andrà a finire non è ancora dato saperlo, ma in questi giorni si scopre che molte sale del corpo centrale sono chiuse, e parecchi eventi sono stati annullati e posticipati. Una bomba ad orologeria? Aggiornamenti in corso.