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Tutti gli occhi sono puntati al Whitney o, tutt’al più, alle diatribe del MOMA. Ma a New York ci sono (o è meglio dire “c’erano”), anche piccoli musei degni di nota, che scompaiono sotto il peso degli affitti killer di Manhattan, poco tutelati.
Dopo il Folk Art Museum stavolta tocca al Mobia, che di certo è un museo decisamente particolare: si tratta a tutti gli effetti di un’istituzione laica che dedica le sue mostre, però, all’esplorazione della Bibbia nell’arte occidentale. Attualmente in mostra, fino a giugno, saranno infatti le sculture di Donatello, prese in prestito dal Duomo di Firenze, mentre nei prossimi mesi sarebbe dovuto essere Andy Warhol ad affollare le sale con la sua versione dell’Ultima Cena.
E invece nulla si farà, perché il 30 giugno tutto si smetterà e forse si passerà a Filadelfia, con l’aiuto dell’American Bible Society, ente che sostiene il museo.
Nonostante il grande successo di pubblico, hanno annunciato dal museo, un milione di dollari l’anno per affittare una nuova sede e molti altri milioni per installare controlli di sicurezza, di qualità e di clima non sarebbe bastato. «È dolorosamente ironico il fatto che dobbiamo cessare le attività oggi che il museo ha raggiunto una tale importanza», ha dichiarato Elaine Hirschl Ellis, presidente del consiglio di amministrazione di Mobia. E andare a Filadelfia, dall’Upper West, ha il sapore di una mezza sconfitta.
ci credo che chiude, che minkia di museo e’?
ma perche’ la Chiesa non sborsa qualche quattrino?
affitti killer a manhattan? beh, il campo immobliare e’ il terreno fertile per riciclare denaro sporco – Londra docet – e i prezzi vanno alle stelle. Lo IOR ne sa qualcosa.
ma lo sapete quanti immobili possiede la Chiesa a Manhattan? perche’ non chiedono a loro?
La Chiesa non dona mai niente, si ruba solo finanziamenti dai governi di tutto il mondo.
La reazione del pubblico newyorkese riguardo la chiusura di questo museo e’ evidente:
STIKAZZI?