06 maggio 2015

Venezia/Primo giro ai Giardini. Pollice verso per Francia e Slovacchia, mentre sono grandi gli scandinavi, e anche Sarah Lucas

 

di

Il nostro primo giro ai Giardini inizia con le visite ai Padiglioni di Francia, Slovacchia, allo spazio dei Paesi Nordici, quest’anno unificati e rappresentati da Camille Norment, alla Gran Bretagna (Sarah Lucas), Australia (Fiona Hall), Germania e Corea (Moon Kyungwon e Jeon Joonho).
E se la Slovacchia non convince per nulla, nel suo essere didascalico, anche la Francia di Céleste Boursier-Mougenot con la sua reintroduzione della natura nel padiglione, inserendo un grande albero con tanto di zolla di terreno (che si preannunciava forte e poetico), nella realtà ha tradito le aspettative. E forse Tatiana Trouvé sarebbe stata invece il vero nome da tenere in considerazione per questa 56esima Biennale. Da queste parti dunque aspettiamo il 2017. 
Chi invece non tradisce è lo splendido padiglione britannico dedicato a Sarah Lucas (che stamattina occupava anche la prima pagina del Guardian, e di cui vedete un assaggio nelle foto) e alla sua riflessione sul nostro tempo e sulla condizione femminile, la società fallocentrica, l’idea di donna oggi. Il solito tema alla Lucas? Forse, ma il più convincente, finora, anche a livello estetico. Ottima anche la prova dei Paesi Nordici, capitanati da Camille Henrot e dalla sua indagine sulle fratture del nostro tempo, con una serie di rotture di cristalli e finestre reali. 
Pollice alzato anche per l’Australia, nel suo nuovo padiglione minimalista, la Corea esplora un mondo completamente invaso e pervaso dalla virtualità.
Niet per la Germania, con il suo percorso labirintico e l’idea produttiva (fabbricare boomerang da lanciare seguendo l’orbita solare) affidata al collettivo in residenza nel rooftop del Padiglione, nonostante l’intento politico. Aggiornamenti in corso.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui