17 maggio 2015

Cannes. La Palma d’Oro a Moretti? E perché? Forse è il suo film peggiore. Ovvio e un po’ necrofilo

 

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Che cosa avrà tanto commosso la stampa straniera e, a quanto pare, Cannes tutta per reclamare la Palma d’Oro per il film Mia madre di Nanni Moretti? La domanda è lecita, trattandosi forse del film meno riuscito del regista romano, con quel gioco di scambio di ruoli, lui che fa la parte della sorella più saggia e la regista nevrotica (Margherita Buy) che fa Moretti. Ma a parte questo espediente – giusto per togliersi un po’ di mezzo, come una volta Monicelli chiese a Moretti – e un certo odore di necrofilia che aleggia su i 106 minuti della durata della pellicola, quello che sconcerta è la sovente banalità con cui è trattato il tema della morte: gli incubi notturni e soprattutto le carezze e gli sguardi commossi sulla scrivania della madre, con i libri ancora in ordine, che chissà che fine faranno. 
Non è facile parlare della morte, è risaputo. Come del sesso, al cinema e in letteratura. Ma qui si va molto sull’ovvio, sul troppo biografico, senza che emerga la complessità del rapporto madre-figlia (figlio) se non nei rari momenti di asprezza, di schietta intolleranza reciproca, dei tentativi, spesso goffi, di essere vicino senza riuscirci. Ma la melassa no, per favore! Non è leggerezza, è un’altra cosa: è scontatezza. 
Va molto meglio quando Moretti ritrova se stesso, il suo sguardo sghembo sulle cose e sulle persone, che emerge nel personaggio dell’attore cialtrone recitato da un grande John Turturro. Gli unici momenti di cinema del film.

4 Commenti

  1. L’ Italia degli ultimi anni e’ un sintomo di vecchiaia, nostalgia, fare i conti con la morte. Quando son in Italia non riesco piu’ a crescere di energia, ma sento attorno a me lo sfaldarsi, lo sfiorire, il decadere di tutta la bellezza della quale il nostro fottuto paese si nutriva. L’ Italia e’ triste , davvero, provate a andare all’ estero e poi tornate nello stivale…ogni giorno, la stessa tristezza e chi prova a rallegrarci fa davvero pena…forse il film di Moretti e’ proprio questo, il riflesso di un’Italia che non c’e’ piu’, dove tutti gli aspetti del nostro paese sanno di ordinario, normale, dove non c’e piu’ differenza tra un paese come il nostro e la Croazia o la Grecia. Siamo diventati poveri, vecchi, stanchi, senza futuro. Sicuramente Moretti e’ allo stesso stadio, in fondo e’ vecchio abbastanza da non poter piu’ fare film tipo Caro Diario. E’ come Pirlo nel calcio: puo’ giocare solo per 20 minuti e poi va sostituito, fine.

  2. Gentile Maria Elena, le news non firmate sono tutte realizzate dalla redazione. Perché le preme conoscere il nome dell’autore?

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