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Le borse sono in ribasso, i mercati sono preoccupati. Ma in Cina si investe nel più sicuro dei “mattoni”: l’arte. Non ci ha pensato due volte il miliardario Adrian Cheng, fondatore del non-profit K11 Art Foundation nel 2010, che ha annunciato che prevede di costruire 17 nuovi centri commerciali, tutti in terra cinese, che serviranno anche a raddoppiare spazi espositivi e gallerie.
Una storia non nuova visto che il gruppo di Cheng gestisce già strutture simili sia a Shanghai che ad Hong Kong, con opere di artisti come Olafur Eliasson, Damien Hirst (nella foto) e Yoshitomo Nara sparse tra le corsie dei negozi. Mall dell’arte, con un po’ di “democrazia” e il grande cattivo gusto dell’est, nel trattare tutto come pura mercanzia, fossero anche opere millenarie.
Ma c’è anche un’altra novità: K11 e l’Institute of Contemporary Arts (ICA) di Londra stanno collaborando su una serie di mostre, nel tentativo di promuovere gli scambi culturali tra la capitale del Regno Unito e la Cina (non dimentichiamo, infatti, le tensioni pre-estive che avevano coinvolto Ai Weiwei e la diplomazia inglese). La partnership prenderà il via con una mostra di opere di Zhang Ding, dal 12 ottobre (fino al 25 ottobre). Cheng possiede un valore stimato di 1,4 miliardi di dollari, secondo il sito Wealthx, che ha incluso il filantropo tra i primi 20 miliardari del mondo under 35.