02 settembre 2015

A Roma, per quattro giorni, si apre una finestra su Gaza. Ad entrare sono artisti e non terroristi, con la benedizione di Andrea Camilleri

 

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Lo sapevate che Gaza non è solo una terra sfortunata perennemente massacrata dalla guerra e dall’instabilità, popolata di terroristi e vittime, ma ha anche una vitale scena culturale e artistica?
Ce lo racconta la mostra  “Windows from Gaza. Pittori palestinesi a Roma”, che si inaugura domani nella Sala Santa Rita di Roma (detto tra noi, pericolosamente prossima al ghetto, l’antico quartiere della comunità ebraica: speriamo che questo possa essere spunto di dialogo e non ennesimo motivo di contrasto), attraverso cui sarà possibile sbirciare per quattro giorni (fino all’8 settembre) l’opera di tre artisti gazaui: Majed Shala, Basel El-Maqousi (foto sopra) e Shareef Sarhan (in home page).
I tre hanno fondato nel 2003 il collettivo “Shababik Windows from Gaza for Contemporary Art”, che dà la possibilità agli artisti palestinesi di fare arte, nonostante la penuria di mezzi e di materiali causata dalla guerra.
Per questi artisti, costretti a vivere in quasi completo isolamento dal contesto internazionale, e quindi impossibilitati a comunicare e diffondere i loro lavori, è vitale ogni forma di dialogo con la comunità internazionale. Per questo la ONLUS Fotografi Senza Frontiere, che dal 2010 aveva avviato uno dei suoi laboratori di fotografia proprio a Gaza, insieme al Centro Italiano di Scambio “Vik”, e con la “benedizione” di Andrea Camilleri, ha lavorato perché una delle finestre da Gaza si aprisse anche a Roma.
E ognuno dei dipinti esposti – siano essi i ritratti di volti di Shala, le sensazioni di lande assolate e popolate di palme di El-Maqousi, i brulichii astratti affollati di caratteri arabi di Sarhan– è esso stesso una finestra che ci mostra frammenti di umanità dietro, dentro, all’odioso conflitto che tutti conosciamo. E ci fa sperare che una normalità sia ancora possibile, anche in quei luoghi. (Mario Finazzi)

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