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Lo ha annunciato la rivista olandese Metropolis: Lorenzo Benedetti è stato licenziato dal consiglio del De Appel di Amsterdam. Una vera e propria doccia fredda per la comunità artistica olandese, e non solo, che ha riconosciuto all’italiano innegabile talento.
E anche da altre colonne dell’arte, come e-flux, si levano le voci in sostegno. Per esempio attraverso le parole di Domeniek Ruyters, che scrive “Sotto Benedetti è fiorito al De Appel un genius loci, l’edificio ha lentamente guadagnato un’anima della storia e delle mostre, ed è diventato un luogo dove gli amanti dell’arte devono andare. Forse gli artisti scelti non erano i più attraenti per un pubblico vasto, ma qui almeno l’arte veniva praticata sul filo del rasoio. E ai visitatori questo non piace”. E probabilmente non è piaciuto nemmeno al CdA, visto che il licenziamento è stato in tronco, per “divergenze sulla politica del museo”.
Nato a Roma, nel 1972, ma da madre olandese, Benedetti, che peraltro si è formato come curatore proprio al De Appel, lavora in Olanda dal 2008, quando è diventato direttore del Centro d’Arte De Vleeshal a Middelburg, dove aveva organizzato tra le altre le mostre di Nedko Solakov, Jimmie Durham, Yona Friedman, Olaf Nicolai, Francesco Arena, anche qui riscuotendo notevoli consensi. Tutta l’attività professionale di Benedetti, parte della quale si è svolta in Italia, è stata sempre apprezzata, fatto che rende urgente da parte diel vertice di De Appel chiarire le motivazioni di una simile decisione.