26 settembre 2015

Volume! diventa maggiorenne

 
Compiuti 18 anni, la fondazione romana si sposta a Saint-Etienne. Anche al MAMC lo spazio si trasforma con gli interventi degli artisti. E diventa protagonista

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Questa estate è stata inaugurata con successo e con la partecipazione delle autorità e di diversi addetti ai lavori, fra  curatori, artisti e amici, la prima grande mostra dedicata ai 18 anni di attività di Fondazione Volume! negli spazi del MAMC – Musée d’Art Moderne et Contemporaine di Saint-Etienne in Francia, con introduzione del direttore Lorand Hegyi. Un’importante testimonianza che pone in evidenza l’eccezionalità del lavoro e della storia della fondazione romana per l’arte contemporanea, raccontati attraverso una selezione dei numerosi e sorprendenti “passaggi” espositivi che dal 1997 a oggi hanno scandito il susseguirsi vivace di interventi e di trasformazioni dell’ormai celebre ex vetreria di Trastevere, frutto  dell’avvicendamento continuo di artisti affermati ed emergenti  invitati a misurarsi con le sue stanze, a rimodellare e modificare lo spazio architettonico che diventa parte integrante dell’opera,  dando vita ogni volta, nella varietà delle soluzioni escogitate, a sempre nuove e diverse interpretazioni e chiavi di lettura. 
Difficile immaginarsi un’ ”antologica” di Volume!, dal momento che la prerogativa di ogni lavoro è sempre quella di essere concepito come un tutt’uno inscindibile con il luogo nel quale è stato realizzato. Come non può essere trascurabile il carattere transitorio di ogni progetto, legato al destino dell’opera ed alla consapevolezza della sua inevitabile scomparsa per far posto al lavoro successivo, ad una nuova trasformazione che garantisce di volta in volta la rinascita dello spazio sotto altra forma. 
Fondazione VOLUME! Passaggi, vista della mostra, Musée d’art Moderne et Contemporaine Saint- Etiénne Metropole, Progetto Architettonico di Anomia Studio, foto di Ives Bresson
Non considerare queste imprescindibili peculiarità, nel progettare un’esposizione dedicata a Volume!, significherebbe dar luogo ad una mera documentazione rappresentativa, del tutto decontestualizzata, che potrebbe tradire il senso vero di ogni lavoro e degli intenti dell’attività della fondazione stessa. 
La mostra “Passaggi”, invece, evita brillantemente questo rischio grazie all’originalissima intuizione dell’ideatore e sostenitore di Volume!, il neurochirurgo Francesco Nucci, che è riuscito a concepire un allestimento estremamente efficace ed inaspettato, realizzato con la collaborazione progettuale del figlio architetto Gianluca e la determinante abilità tecnica di Sauro Radicchi e di tutto lo staff. Assecondando ciò che ad un primo momento poteva sembrare una “ingenua follia”, Nucci ha deciso di far costruire una serie di piccoli e differenti volumi bianchi, anonime “casette” variamente dislocate  a mo’ di villaggio negli spazi del museo per ospitare le opere. Gli artisti si sono così impegnati non nell’assurdo tentativo di ricostruire il lavoro già realizzato a Volume!, ma nell’accogliere la sfida di dedicarsi esclusivamente alla struttura e allo spazio di ogni modulo, recuperando e reintegrando con grande sensibilità i frammenti degli interventi precedenti (gelosamente conservati dalla fondazione) e riuscendo con efficacia a creare un lavoro nuovo che si pone al contempo quale memoria evidente dell’estetica, della logica e dello spirito della realizzazione originaria. Se per la maggior parte degli artisti i lavori prendono forma e si scoprono all’interno di ogni singolo modulo, per altri come Sissi e Valery Koshlyakov invadono anche l’esterno, fino al caso estremo di Pedro Cabrita Reis che ha costruito e poi distrutto un volume in laterizio. O come H.H.Lim, Nunzio o Costa Vece, le cui opere sono state integrate direttamente nell’ambiente. 
Fondazione VOLUME! Passaggi, vista della mostra, Musée d’art Moderne et Contemporaine Saint- Etiénne Metropole, Progetto Architettonico di Anomia Studio, foto di Ives Bresson
Il risultato è una strabiliante metamorfosi dello spazio museale in un poetico e rutilante “villaggio” dall’arte, forse memore di quella certa attitudine al trasformismo propria delle stanze romane di Volume!. Un complesso e articolato organismo in sé coerente e puntualmente organizzato che, pur nella varietà delle proposte  e dei differenti linguaggi, è in grado di accogliere lo spettatore per fare esperienza diretta e fruire con felice scoperta della presenza artistica. Dal primo intervento di Alfredo Pirri fino all’ultima caotica invasione di colore di Thomas Lange è possibile ammirare i lavori di Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Christian Boltansky, Francois Morellet, Gianfranco Baruchello, Flavio Favelli, Gregorio Botta, Elvio Chiricozzi, Arcangelo, Giuseppe Gallo, Olaf Nicolai, Jaume Plensa e di molti altri, per rileggere e apprendere, anche sotto nuovi aspetti, la storia e il lavoro della fondazione con i suoi percorsi e nei suoi intenti. Perché ogni progetto per Volume! non si esaurisce con la realizzazione di un nuovo lavoro da presentare, così come avviene per una galleria o per un museo. Volume! nasce piuttosto dal desiderio di creare un luogo dedicato all’arte e liberamente aperto alle interazioni, capace di innescare complesse e prolifiche dinamiche relazionali che si attivano non solo fra l’artista e l’ambiente con cui si misura, ma anche e soprattutto fra gli artisti e i curatori, con  il graduale coinvolgimento di giovani professionisti come di importanti critici e intellettuali della scena italiana e internazionale che partecipano alla nascita e alla costruzione di un processo di lavoro per entrare nel vivo della creazione artistica  e accompagnare per tappe la realizzazione di ogni progetto, quale esperienza di condivisione quotidiana unica e irrinunciabile.
Un poderoso volume edito da Silvana Editoriale documenta tutto questo attraverso un ampio apparato fotografico e testi di Lorenzo Benedetti, Achille Bonito Oliva, Danilo Eccher, Claudia Gioia, Lorand Hegyi, Francesco Nucci, Silvano Manganaro e Silvia Marsano.
 
Davide Sarchioni

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