08 ottobre 2015

Dieci giorni per camminare sui nostri rifiuti, ma in maniera molto trendy. Alla Triennale di Milano Francesca Leone presenta “Our Trash”

 

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Le grate su cui potrete camminare, protette da un pavimento di plexiglass trasparentissimo, sono diciotto. La 19esima, di fronte a voi, è appesa alla parete, a dimostrare come la nostra spazzatura, Our trash, possa essere una sorta di composizione di tablaux vivant, che mantengono una speciale vitalità nel mortifero gesto dell’abbandonare, del gettare via.
Ma via dove? Per la strada, of course!
Ma andiamo per gradi: Francesca Leone, artista romana, con “l’aiuto inconsapevole” di una serie di infinita di persone, ha raccolto in giro per il mondo tutto quello che di più comune di butta o si perde nelle grate che accompagnano i nostri marciapiedi: monete, sassolini, chiavi, una quantità infinita di mozziconi di sigarette, plastica varia ed eventuale, cartacce strappate, brandelli di oggetti che insomma evocano l’esistenza dell’umano passaggio e, per certi versi, un disprezzo della natura, una non-curanza. 
Leone invece se ne cura eccome e in questo caso ci regala una serie di grate-opere, appunto, che diventano preziosi quadri del presente: non un’accumulazione in stile Nuovo realista, ma una disposizione precisa e calibrata degli elementi che compongono “la scena del crimine”. Per riflettere, per restare un po’ incantati e un po’ stupiti di quanta “monnezza” possa addizionarsi in così poco spazio. E come possa essere, oltre una denuncia, anche un approdo poetico: eterna funzione dell’arte, grata permeabile che permette la restituzione del tempo gettato tra le sue fessure. Scoprite l’installazione sulla nostra pagina facebook e non perdete occasione per farvi una passeggiata alla Triennale, fino al 18 ottobre. 

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