22 aprile 2016

Metropolitan tutto da rifare. Il grande museo newyorchese è in crisi, e annuncia tagli drastici su tutti i fronti a partire dal personale

 

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Non sembra vero potesse succedere proprio qui. Poche settimane fa ha aperto la sua seconda sede al Breuer, il vecchio edificio del Whitney Museum, e ha annunciato una ristrutturazione da 600 milioni, con una nuova ala, ad opera di David Chipperfield (finanziato in gran parte con le donazioni), e ha appena speso qualcosa come 30 milioni per il rebranding dei suoi tre siti (Breuer, Cloisters e l’edificio di Central Park). 
Parliamo del Metropolitan Museum of Art di New York, che negli ultimi anni ci ha abituato a record di ogni genere, dalla stravisitata mostra di Alexander McQueen alle aperture 7/7, e che oggi però si rivela in crisi nera. Nonostante un budget operativo annuale da 300 milioni milioni, e i 6 milioni e quasi mezzo di ingressi, che stanno scendendo per i 25 dollari passati a obbligatori per l’ingresso. 
Il Presidente Daniel H. Weiss, insieme al direttore Thomas Campbell, hanno annunciato al New York Times che nei prossimi 2 anni vi sarà una vera e propria “ristrutturazione” finanziaria, perché il deficit del museo potrebbe gonfiarsi di quattro volte tanto, arrivando a 40 milioni all’inizio dell’anno fiscale 2018. 
Ma in parole povere, dove si andrà a tagliare? Ovviamente sul personale: nel corso dei prossimi due anni pare che il Met si libererà di centinaia di addetti, e non solo: si prevedono riduzioni per il programma espositivo, il fermo di diversi progetti, e una sorta di “massimizzazione” dei flussi di reddito all’interno della struttura attuale del museo. E ancora: blocco delle assunzioni (il 70 per cento delle spese del museo sono proprio gli stipendi), acquisizione in blocco di compagnie di volontari e, potenzialmente, cassa integrazione per molti. 
Insomma, via al secondo round di licenziamenti negli ultimi sei anni, come capitato anche a molte altre istituzioni, costrette a tagliare dal 2008 in poi. Una situazione che, nonostante New York, la filantropia e chi più ne ha più ne metta, non lascia ben presagire sul futuro prossimo, e che fa piombare tutto lo sfarzo nel grigio. 

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