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Non ha dubbi Wim Delvoye, il celeberrimo artista belga, sul fatto che l’Iran – nonostante tutto – possa diventare una nuova Mecca per l’arte. Almeno per la sua, visto che ha in programma di aprire una sua galleria di 900 metri quadrati dove parte affiancherà le sue opere con quelle di artisti locali e internazionali.
Il tutto, precisamente, nella storica città di Kashan, a tre ore di macchina a sud della capitale, Teheran, e Delvoye promette anche di aprire un ristorante belga di cucina vegetariana. Insomma, il parallelo che viene spontaneo è subito con Damien Hirst e la sua galleria a Newport Street Gallery di Londra, o con il museo dello scultore tedesco Thomas Schütte a Hombroich, nei pressi di Düsseldorf.
Supportato e facilitato nell’impresa da Leila Varasteh e Vida Zaim, curatori della sua mostra a Teheran, il progetto potrebbe rivelarsi un investimento astuto se i legami commerciali con l’Iran continueranno a migliorare dopo gli accordi con le Nazioni Unite. Ma attenzione, ci sono alcune clausole: l’artista ha dichiarato che non intenderà trasferirsi da quelle parti per sempre: «Voglio restituire qualcosa al mondo dell’arte, sostenendo la scena artistica locale. Compro un sacco di arte iraniana, e ho lavorato con molti giovani artisti locali». Filantropo? O un po’ speculatore?