06 maggio 2016

Mordere la Grande Mela/8. Ladies & Gentleman, il gusto americano è servito. Ad Art New York/ Context, al Pier 94

 

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Amate Marilyn, le bandiere, le motociclette, le auto, in generale la Pop più sfrenata, specialmente quella che emula in maniera urlata e ipertrofica la vecchia corrente del secolo scorso? Bene! Al Pier 94 troverete pane per i vostri denti con la nuova edizione di Art New York e Context, due fiere nate a Miami (lo scorso anno, in effetti, il titolo era rimasto Art Miami Art New York) che rispecchiano in pieno la più stereotipata immagine degli Stati Uniti, tra vecchi emblemi che nelle case dei collezionisti un po’ più colorati non passano mai di moda.
Anche qui il trend forte è la pittura, ma contrariamente a Frieze la fotografia è un po’ più presente, come anche le installazioni e qualche scultura. 
Da Casterline Goodman, di Aspen (Colorado) grandi nomi tutti in schiera: Ed Rusha, Sam Francis, Richard Serra, Kusama e anche Robert Longo. C’è da dire, poi, che i primi due artisti dell’elenco si ripetono tra le proposte di diverse altre gallerie, tra multipli e disegni. 
Un altro artista molto presente é Peter Anton, classe 1963, che da Delaive con i suoi tableux tridimensionali in cui raffigura dolci al limite della stomachevole (altro che le vecchissime torte di Oldemburg o il delicatissimo Wesselmann), insieme al lavoro di Francis e a una serie di pezzi di Takashi Murakami, vince forse il premio per stand più colorato della fiera. Ce ne sarebbero pure altri, in effetti, ma almeno da queste parti l’allestimento è buono, diversamente da diversi stand che hanno bulimicamente messo in mostra questo e l’altro mondo. 
Non male il lavoro del coreano Chul Hyun Ahn, da Grimaldis Gallery: cinetismo in versione big, con affondi di illusioni prospettiche e neon, forse ormai un po’ fuori tempo ma sempre di impatto. E poi ci sono loro, ovvero i pittori iperrealisti dell’olio o dell’acrilico su tela: ne potrete vedere diversi esemplari ma anche questo, insomma, non farà impennare la qualità di questa fiera. Almeno ai nostri occhi. 

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