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Quella che si preannuncia, per la galleria Fumagalli, è una vera e propria rinascita. Con 25 anni di attività a Bergamo, e oltre 65 mostre organizzate, lo spazio stavolta tornerà a vivere a Milano, sotto la direzione della critica e curatrice Annamaria Maggi. Classe 1966, Maggi dagli anni ’90 è stata nell’amministrazione della Fumagalli, di cui è titolare, portando a Bergamo Giorgio Griffa, Castellani Carla Accardi, Giuseppe Uncini, Agostino Bonalumi, Claude Viallat, Lawrence Carroll, Maurizio Nannucci, Maria Elisabetta Novello e Peter Welz, tra gli altri.
E dunque, cosa non poteva essere se non una storica riunione con gli artisti che da sempre la galleria ha trattato? In scena, infatti, tornano – per iniziare – le avanguardie internazionali degli anni Sessanta, come l’Informale e il Minimalismo, che costituivano già lo zoccolo duro della Fumagalli, ma stavolta ci sarà anche spazio per i giovani artisti, come ad esempio Chiara Lecca.
Per iniziare, però, ecco che in scena vanno Enrico Castellani, Robert Mangold, Robert Morris e Kenneth Noland con la loro “A personal view of Abstract Painting and Sculpture”, a cura di Hayden Dunbar, il tutto in una dimensione museale. Appuntamento a mercoledì, e fino al prossimo 10 settembre (anche questo un “tempo” decisamente da museo) al civico 6 di via Bonaventura Cavalieri.