Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Che dei morti (e di quello che hanno prodotto in vita) si raccolgano anche i brandelli è cosa nota. Ma è ancora più evidentemente quando i morti sono illustrissimi, come può esserlo Kurt Cobain, il leader massimo della musica grunge e a capo dei Nirvana, suicida nel 1994.
Stavolta a mettere mano ai suoi cimeli, che comprendono anche – stando alle dichiarazioni – una serie di dipinti mai visti prima e realizzati dal cantante, è il discografico Jeff Jampol, che gestisce un certo numero di “real estate” di musicisti scomparsi con la sua Jampol Artist Management, e che nella scuderia oltre a Cobain conta anche Janis Joplin e Otis Redding.
La mostra, per ora, si sa che sarà itinerante (e come non poteva esserlo) e composta anche beni privati dell’artista. Al progetto pare stiano lavorando anche la vedova, Courtney Love, e la figlia della coppia, Frances Bean Cobain, che pare abbia preso il controllo della tenuta del padre nel 2010.
Insomma, del cadavere non si butta via niente. E non è ben chiaro se gioire di questa nuova “esclusiva” per i fan sia un “rendere omaggio”, o un accanimento bello e buono a chi dovrebbe riposare in pace, senza veder svelate anche opere che – forse – per volontà dell’artista, sarebbero state meglio in un cassetto.