17 ottobre 2016

A Roma nasce il “Premio Hdrà”, per costruire una collezione d’arte italiana. Tre domande alla curatrice, Valentina Ciarallo

 

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“L’arte che accadrà” sembra il titolo di un bel libro sugli stili immaginati per il futuro, e invece – stavolta – è la prima tappa per mettere insieme quella che sarà una nuova collezione d’arte contemporanea.
Promotori dell’idea il gruppo HDRÀ, che si occupa di comunicazione integrata: Media Relations, Public affair, Web and Digital marketing, Advertising.
Ma come può nascere una collezione? Per esempio facendo una mostra, e un premio. E così da domani, fino al 18 ottobre, sotto la curatela di Valentina Ciarallo, Flavio Favelli, Ludovica Gioscia, Goldschmied & Chiari, Marco Raparelli e Alice Schivardi saranno in scena a Palazzo Fiano, a Roma.
Un altro momento per sostenere la giovane arte italiana, con un “finale” molto particolare: «L’opera che verrà acquisita da Hdrà sarà scelta sulla base delle preferenze di tutti coloro che lavorano in questa agenzia. Una modalità di condivisione e di partecipazione collettiva del tutto nuova per un gruppo che vuole innovare», ci dice il Presidente del Gruppo HDRÀ, Mauro Lucchetti. Il premio verrà assegnato nel mese di dicembre e avrà una cadenza annuale. Ma qui ci spiega tutto la curatrice.
Ci puoi raccontare della nascita di questo Premio, e come si pone nel panorama dei numerossimi “award” italiani?
«”L’Arte che Accadrà” nasce dall’idea di promuovere l’arte contemporanea all’interno di spazi storici e di pregio artistico come le sale di rappresentanza di Palazzo Fiano, nel cuore di Roma. Non ha molto a che vedere con gli altri premi, perché si pone come un’iniziativa di mecenatismo di un grande gruppo di comunicazione integrata, Hdrà, che da pochi mesi ha aperto la sua nuova sede di Piazza San Lorenzo in Lucina e che da anni promuove arte e cultura per importanti clienti. Un premio che è anche un’attività molto stimolante di comunicazione interna, perché il vincitore, la cui opera verrà acquisita da Hdrà, sarà scelto da tutti i dipendenti del gruppo».
Come è stata operata la scelta degli artisti?
«Ho selezionato una rosa di giovani artisti italiani, già affermati e conosciuti a livello internazionale, i cui linguaggi potessero essere in qualche modo in linea con la mission di Hdrà e in relazione allo spazio. È un percorso espositivo che si snoda attraverso vari ambienti, dove le opere, alcune delle quali inedite e realizzate site-specific, dialogano tra passato e presente».
 Lo slogan è: più che eventi sono risposte. Un premio per giovani artisti è ancora una soluzione per iniziare una carriera o un passo necessario, oggi?
«Non necessariamente, sicuramente può rappresentare un’ulteriore opportunità di crescita professionale e artistica. Le istituzioni dovrebbero dare maggiore sostegno alla cultura e in particolare all’arte contemporanea, in Italia. Quindi non è strano che siano sempre di più i privati, le aziende e le fondazioni a farsi promotori di iniziative di grande valore culturale».

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