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Probabilmente il Monte Fuji è uno delle montagne-vulcani che, nel mondo, ha legato la sua immagine ad un immaginario condiviso da est a ovest; soggetto di pittura, di riverenza, di meraviglia, di “esotismo”, di bellezza e di un paesaggio inconfondibile, se la mettiamo sul piano naturalistico.
Fiona Tan, artista indonesiana (1966) ha dedicato al più famoso monte giapponese un vero e proprio lungometraggio, intitolato Ascent, usando qualcosa come 4mila fotografie che ritraggono il Fuji, scattate nell’arco degli ultimi 150 anni.
Un programma collaterale – che in realtà sposa perfettamente – la bellissima mostra attualmente in scena di Kishio Suga, grande giapponese unito al gruppo Mono-Ha.
Volevo creare un’opera cinematografica con la sua antitesi—un film realizzato unicamente da immagini fisse, è la dichiarazione di Tan, che ha presentato il film anche al Festival del Cinema di Locarno.
Accompagnato dalla voce dei due protagonisti (donna e uomo) lo spettatore è guidato in un’immaginaria ascesa al monte Fuji che supera divisioni geografiche culturali e temporali, usando una “partitura” che sta tra fiction e documentario, e mixando immagine filmica e statica.
“Evocando la complessità emotiva di Hiroshima Mon Amour di Alain Resnais e le intuizioni del film Sans Soleil di Chris Marker, Ascent esplora le intersezioni tra la cultura e l’arte giapponese e quella occidentale, da Van Gogh alla famosa Grande onda di Hokusai”. Ingresso libero, dalle 20.30