23 novembre 2016

OMA per Palermo: Manifesta 12 sceglie Ippolito Pestellini Laparelli, partner del celebre studio di architettura, come “Creative Mediator” per la prossima biennale

 

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Sarà Ippolito Pestellini Laparelli (foto in home page) partner dello studio OMA, in tandem con specialisti dell’arte contemporanea, avrà il compito di analizzare le trasformazioni sociali, urbane e culturali del capoluogo siciliano. Alla conferenza stampa di presentazione oggi a Palazzo delle Aquile, tanti gli spunti in previsione del 2018, quando Palermo aprirà la dodicesima edizione di Manifesta, terza più importante Biennale europea. Tra i partecipanti, il Sindaco Leoluca Orlando, la Direttrice di Manifesta Foundation, Hedwig Fijen, l’Assessore alla Cultura del Comune, Andrea Cusumano e appunto Pestellini Laparelli di OMA – acronimo di Office for Metropolitan Architecture – il quale afferma con sincerità che, in quanto Creative Mediator, non ha «la pretesa di trovare soluzioni definitive; abbiamo scritto possibili narrative per lo sviluppo di questi luoghi». Il riferimento – che poi è anche la costante di tutto la conferenza stampa – è ad una crescita culturale sostenibile, che possa garantire alla città di riappropriarsi della sua storia plurimillenaria, fatta di multiculturalità e sincretismo.
Dello stesso avviso è Andrea Cusumano, il quale chiarisce che è volontà del governo in carica di creare “non solo l’idea di un’esposizione che possa rendere Palermo Manifesta per l’arte contemporanea, ma anche per quello che la città rappresenta in termini di diritto alla mobilità umana e per la sua indubbia posizione geografica. 
Hedwig Fijen, da parte sua ha spiegato perché la scelta del capoluogo isolano. «La storia di Palermo ha lasciato una traccia in tutta la civiltà culturale; ecco ciò che ha attratto noi ad arrivare qui. L’obiettivo di Manifesta 12 – sottolinea la Direttrice – è supportare le comunità locali attraverso processi che possano essere duraturi. La città sarà il nostro argomento e la scelta di OMA è mirata ad un approccio più urbano e interdisciplinare, piuttosto che prettamente da curatori d’arte”. Chiude la conferenza Leoluca Orlando, il quale rimarca il carattere “migrante” della Biennale. Afferma il Sindaco: «La scommessa di Manifesta a Palermo è il collegamento tra arte e città. Da questo punto di vista – sottolinea il Primo cittadino – si è in piena sintonia per mettere insieme visione e valore, cercando di rispondere a quello che invece non sta più accadendo oltreoceano da 15 giorni a questa parte». Il chiaro riferimento è al neo Presidente, Donald Trump, e alla sua visione politica della società. Di fatto ribadisce Orlando che «I valori senza una visione diventano perversione. Il messaggio migrante di Manifesta 12 voglio che resti il più possibile perché, dopo il 2018, Manifesta andrà via ma Palermo resta. Da questo punto di vista – conclude il Sindaco – vogliamo su Manifesta il segno di Palermo e viceversa, su Palermo il segno di Manifesta».  La mappa dei siti interessati alla Biennale, non è ancora stata svelata, anche se – chiosa Orlando – essa coinciderà con tutti gli spazi della città, nelle forme che più sono compatibili alle finalità artistiche e culturali. Come espone Pestellini Laparelli: «Ci sarà una prima fase di studio della città, per identificare quei luoghi che saranno sede e oggetto di attenzioni di Manifesta». In seconda battuta, al termine dell’analisi, «si lavorerà con il resto del team di Creative Mediator per il progetto curatoriale». Si ricorda che OMA è uno studio internazionale che estende la visione architettonica oltre le frontiere urbanistiche. Diretto da 9 partner, ha completato diverse opere che coinvolgono differenti città sia europee che di altri continenti. Una scelta mirata per Palermo, volta al processo di crescita intrapreso da qualche anno, che poggia le sue fondamenta sulla rivalutazione sociale ed economica, partendo da quella culturale. (Dario Cataldo)

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