30 novembre 2016

Miami Art Week/4. “Protected Beauty”, ovvero gli uomini visti dagli uomini. In una piccola e raffinata mostra al World Erotic Art Museum

 

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Il World Erotic Art Museum, che raccoglie la collezione della filantropa Naomi Wilzing, per certi versi potrebbe essere poco più che un’attrazione per turisti in vena di vedere un po’ di cimeli, stampe, multipli, riproduzioni, sculture, mirabilia, tele vietate ai minori, e anche un letto che riporta tutte le posizioni del kamasutra. Raffigurazioni che a turno possono sembrare oltre che un po’ boccaccesche, anche decisamente volgarotte. Dipende dai casi, beneficio del dubbio.
Eppure, tra la massa di oggetti (tra il cui la celebre scultura-fallo usata come arma da Malcom McDowell, alias Alex in Arancia Meccanica) c’è una stanza piccola e bianca, ordinata, con una serie di disegni e fotografie alle pareti, ben allestite, come in una normalissima galleria d’arte. 
È la mostra “Protected Beauty”, che raccoglie otto autori intorno alla figurazione della bellezza mascolina e, sicuramente, omoerotica. Dopo le donne della Rubell Collection lo scorso anno, insomma, ecco qui arrivare il “rainbow”. Tutte le opere appartengono alla collezione del Kinsey Institute e, diciamolo, sono di alto livello. Ci sono per esempio i bianco e nero di Robert Mapplethorpe, la cui fondazione donò alla Kinsey una serie di splendidi scatti, realizzati dal 1975 all’86 (sopra), che non hanno bisogno di presentazioni, ma ci sono anche artisti più piccoli – se così si può dire – di diversi periodi ed estrazioni che, accanto alle proprie immagini, mostrano anche brandelli di vita personale; dalla doppia vita di Michael Milksche, suicida nel ’64 quando essere gay non era di moda ma un problema, e che lascia splendide chine, fino al misconosciuto George Platt Lynes, pioniere della fotografia di nudo maschile riscoperto recentemente (in home page uno scatto), ma scomparso oltre sessant’anni fa. E poi Wilhelm Von Gloeden con i suoi ragazzi di un’altra epoca, i ritratti violenti di Pavel Tchelitchew, moscovita emigrato a Parigi ed entrato in contatto con Gertrude Stein e i Surrealisti, che come tutti – in questa piccola e aggraziata mostra che si aggiunge al bailamme di Art Basel – ha raccontato il corpo carnale degli uomini oltre le convenzioni sociali accettate dell’epoca, e forse anche un po’ di oggi.

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