03 gennaio 2017

Da un capo all’altro del mondo, in nome dell’arte contemporanea. Ecco il serrato programma del 2017, con l’Europa che vince

 

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Artnet l’ha definito un anno “Art-mageddon”. E in effetti, oltre all’ironia, per questo 2017 gli impegni degli art lovers si prevedono più frenetici di ogni altra stagione. 
Non solo la Biennale di Venezia, non solo Documenta, e non solo lo Skulpture Projekte renderanno l’Europa un crocevia bollente, come capita solo ogni dieci anni, ma Adam Szymczyk – direttore della rassegna quinquennale tedesca – ha pensato bene di fare una sede espositiva anche ad Atene. 
Poi ci sono i grandi debutti: per esempio la prima Garage Triennale di Mosca, la “ARoS”, ovvero la Triennale di Aarhus, in Danimarca, e la prima Kathmandu Triennale in Nepal
Ma non è finita: in California, per esempio, sarà la volta di Desert X, nella celebre Coachella Valley (nota per il Festival musicale), che avrà anche Ed Ruscha nel board di questa Biennale del deserto. Una manifestazione per discutere anche dei cambiamenti climatici, e usando l’ambiente come primo “innesco” per l’ispirazione degli artisti. 
Marzo, soprattutto, sarà un mese di fuoco: al via l’8 la Honolulu Biennale, alle Hawaii, tra artisti blue-chips e autoctoni, mentre il 12 debutterà la Biennale di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti; dal 17 marzo anche la Biennale del Whitney Museum of American Art e il 27 debutterà anche la Biennale Antarctic, quindici giorni al Polo Sud, a bordo delle navi Akademik Ioffe e Akademik Sergey Vavilov, con Michelangelo Pistoletto, Olafur Eliasson, Cai Guo-Qiang e Hans Op de Beeck, con una sezione che sbarcherà alla Biennale di Venezia, che apre al pubblico il 10 maggio. Il 10 giugno sarà invece la volta dello Skulptur Projekte, a Münster, con la cura del fondatore Kasper König. Il 4 agosto dovrete essere invece all’opening della Triennale di Yokohama, in Giappone, mentre subito dopo la pausa estiva, il 15 settembre, sarà la volta della Biennale di Istanbul; 20 settembre di nuovo in Europa, con 14esima Biennale di Lione, mentre il 21 ottobre si apre la Biennale Karachi, in Pakistan. Ne avete abbastanza? Peccato, la lista non è finita: dall’1 al 19 novembre si va a New York, meta in realtà un poco snobbata, rispetto a tutti questi appuntamenti “periferici” in una periferia che non è più tale, per la 17esima edizione di Performa, e si resta negli USA per Prospect.4, ovvero la quarta Biennale di New Orleans, che apre l’11 novembre, e che dal 2008 sta aiutando la città affondata dall’uragano Katrina, a rialzarsi nel nome dell’arte. In un andamento non troppo lineare e non sempre d’impatto, ma tant’è. Le compagnie aeree, in una caso o nell’altro, saranno ben felici di queste infinite miglia di transito. E ancora una volta saranno da riscrivere le geografie “politiche” del contemporaneo. 

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