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Ūgh e Bõögâr, secondo le leggende, sono due troll islandesi. Sono alti 36 metri e amano mangiare gli umani, si nascondono dietro gli edifici e si trasformano in nuove cose. Sono feroci e basta? O hanno anche un lato nascosto più dolce? Dopo l’incontro con l’artista Egill Sæbjörnsson (1973) i trolls hanno iniziato a notare che gli esseri umani sanno cose che loro non conoscono. Questo li ha resi curiosi, e così hanno cominciato a imparare da lui la passione dell’arte, e la voglia di viaggiare. Ūgh e Bõögâr sono forze, entità, fenomeni della natura. Nessuno sa da dove vengono, quanti anni hanno, e nemmeno come sono entrati nella vita di Sæbjörnsson. Ma in occasione della Biennale, entreranno anche nella vostra. Vi sembra assurdo? Beh, il titolo del progetto vi darà ragione: “Out of control in Venice”, sotto la curatela di Stefanie Böttcher, Direttore della Kunsthalle di Mainz.
Un’esposizione ampliata anche in città, intorno a domande come “Chi ha il controllo?”, “Che guida le nostre azioni, le nostre conoscenze, i nostri pensieri, anche i nostri poteri di immaginazione?”, “Chi sta sfruttando chi o che cosa?”. La risposta, si promette, sarà grazie al lavoro dei trolls, riempiendo gli oggetti dormienti di nuova vita: animazioni, proiezioni di luce e suoni, dando a loro voce e possibilità di essere ascoltati, diventando personaggi vivi. E sfidando le gerarchie. Pronti o meno per l’ingresso del soprannaturale nel contemporaneo, questo è quanto. E se volete saperne di più…cliccate qui.