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A dieci anni dal “Padiglione Clandestino”, in cui Sislej Xhafa con una performance non autorizzata aveva messo in scena il “Padiglione Albanese” cercando un “gioco leale” dove non era mai stato, immedesimandosi in un calciatore che portava uno zaino con la bandiera dello stato, e due casse dove si sentiva la trasmissione di una partita di calcio, l’artista torna a Venezia per la terza volta, e a questo giro rappresenterà ufficialmente il Padiglione del Kosovo con il progetto “Lost and Found”.
Ovvero? Ovvero la messa in scena dell’elemento umano in condizioni disumane, legato a questioni primarie come la libertà, l’equilibrio sociale e l’ingiustizia, le principali preoccupazioni di questi giorni, nelle domande dell’umanità.
Riconosciuto come Paese tra i 114 stati presenti in Biennale, Xhafa è stato tra i primi artisti kosovari ad avere grande visibilità mondiale, “di conseguenza, per Xhafa è il momento giusto per rappresentare il suo Paese d’origine a Venezia, per dimostrare ancora una volta le sue dichiarazioni più audaci. Gli spettatori si sentiranno “sfollati” della realtà e le domande cominceranno ad emergere, riflettendo ancora sulle norme e le strategie sociali, e il modo in cui essi sono anche inconsciamente manipolate” si legge nella presentazione della curatrice del padiglione, Arta Agani. Appuntamento il 10 maggio all’Arsenale.