06 aprile 2017

Tutti ad Atene per Documenta 14. Ma dov’è la conferenza stampa?

 

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Mezza Europa del mondo dell’arte, del nord e del sud, e forse qualcuno anche da più lontano, si è data appuntamento stamane ad Atene per seguire l’inaugurazione di Documenta 14. Ma un’unica domanda rimbalza da un cellulare a un altro: dove caspita è la conferenza stampa? Nessuno lo sa, perché non è scritto né sul sito di Documenta, né è stata data comunicazione per e-mail. Bisogna andare all’ufficio stampa per scoprirlo. Non un inizio fantastico, diciamolo. 
Ma poi quando si arriva al Megaron Concert Hall, un mega white box, la musica cambia. 
La sala è gremita e con il colpo d’occhio tra una platea piena che si specchia simmetricamente al palco, altrettanto gremito dal folto staff curatoriale: artisti, curatori, educatori, filmmaker e altri operatori culturali, Documenta 14 prende quota.
Per la sede anzitutto, questa città, Atene, simbolo delle dure regole di un’Europa che, più che nell’unità, si riconosce nella finanza. E a scandirlo è la staffetta nella quale si alternano moltissimi relatori, in interventi coincisi e ficcanti, sebbene qualcuno strizzi l’occhio a un facile populismo. Ciascuno riportando il vissuto degli ultimi due anni di lavoro sul territorio di Atene, e non a caso il sottotitolo della manifestazione è “Il Parlamento dei Corpi, The parliament of bodies” per sottolineare la volontà di dare concretezza al progetto. 
Da qui, il messaggio politico di questa 14esima edizione di Documenta, semmai ce ne fosse bisogno, si fa molto chiaro. L’anticipazione di quello che vedremo a giugno a Kassel rivendica una forza, una capacità reattiva sotto il cui ombrello si unisce il mondo dell’arte, almeno per un giorno. Un buon inizio, alla fine. (ap)

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