07 aprile 2017

Il fuorisalone Ventura/Lambrate? Non brilla. Poche idee innovative, e tutto il resto è noia e birra

 

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Le proposte di oggetti, tessuti, materiali innovativi, progetti di accademie e istituzioni di tutto il mondo non bastano a salvare la faccia della zona Ventura Lambrate, considerata lo scorso anno più effervescente che mai. In mezzo a tanto piattume senza lode e senza infamia si distingue l’Officina 14 (home page) via Ventura 14, dove Ikea ha organizzato un festival energizzante del design, ideato come una performance live con l’obiettivo di presentare “Let’s make room”, l’ultima produzione comprensiva di sei nuove collaborazioni, un programma ricco di workshop, installazioni diverse, prototipi originali e tantissima musica!
In Via Privata Oslava 1, convincono le proposte di Off Portugal, un collettivo di giovani designer che ha reinventato con fantasia la produzione di vetrerie della città di Marinha Grande. Bravi gli studenti di Coburg e il designer coreano/neozelandese Woojai Lee, con i suoi metodi sostenibili di progettazione ideati per il riciclaggio della carta; sono Paper Bricks, ovvero mattoni di carta resistentissimi e antisismici e ci piace molto! Il progetto più robotico ma freddo è in via Ventura 1, e si preannuncia dal titolo: “Post Human – When Technology Embeds Society”. Si tratta di una mostra di Logotel, pensata come un ambiente di esperienze diverse che dovrebbero invitare lo spettatore a porsi domande sul rapporto tra uomo e tecnologia, con un’installazione di 10 metri Mobile Robotic Fabrication System for Filament Structures, realizzata da Maria Yablonina, in cui due robot edificano una struttura rifugio sospesa. Tutto il resto è deja vu. E poi sappiamo che le troppe birre ingurgitate, e non soltanto dagli stranieri, creano una comunità etilica e alterano la percezione della realtà. Prosit! (Jacqueline Ceresoli)

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