Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arrivati in prossimità delle porte, il gruppo di samurai serra i ranghi. La katana in una mano, nell’altra il biglietto del Romics. La rassegna internazionale sul fumetto, l’animazione e i games, che si tiene due volte all’anno alla Fiera di Roma, negli anni, è diventata un appuntamento non solo per gli appassionati della letteratura disegnata, dal classico Corto Maltese al maldestro Rat-Man, passando per le graphic novel di Igort e Enki Bilal. Ma anche per chi si dedica al cosplay, cioè alla pratica di indossare un costume quanto più elaborato possibile, rigorosamente fatto a mano e riferibile a un manga, a un anime o a qualunque altro prodotto dell’entertainment, tanto orientale quanto occidentale, basta che sia virale. Ospite d’onore, in questo campo, è Giada Robin, procace cosplayer con più di un milione di like su Facebook. Effetti non troppo collaterali, sempre molto colorati ma con buona pace del kitsch, della globalizzazione. Magari, i samurai sono un po’ diversi da quelli di Kurosawa ma uno stile c’è. Per esempio, chi non ricorda il faccione rugoso di E.T.? A disegnarlo fu Carlo Rambaldi, scomparso nel 2012, una vita di effetti speciali al fianco di Mario Monicelli, Pier Paolo Pasolini e Dario Argento, tre Oscar per un King Kong, un Alien e, ovviamente, per il ben più tranquillizzante e rugoso protagonista del film di Spielberg. Il Romics lo omaggia con una mostra approfondita che ne ripercorre la carriera, tra schizzi e disegni. E non sarà l’unica esposizione, visto che sono state allestite sezioni specifiche dedicate anche ai modellini dei vari robot Gundam, anime ormai leggendario, e ai 75 anni di Wonderwoman. In due fanno più di un secolo di botte da orbi ma non le sentono affatto. Molto spazio sarà dato al gaming, una pratica che, ormai, non è nemmeno più tanto un passatempo, visto che è considerata come sport professionistico a tutti gli effetti, con atleti da tastiera – ma senza ironia – pagati a peso d’oro per la loro abilità a League of Legends o World of Warcraft.