08 aprile 2017

Sei artisti, cinque curatori, due spazi e un celebre modellista, per una “Relazione di appartenenza” all’Archivio Giovanni Sacchi di Milano

 

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Il collettivo curatoriale Pierre Dupont presenta l’esposizione “Relazione di appartenenza”, ultima tappa di un progetto durato sei mesi e che ha coniugato le ricerche di giovani artisti italiani alla figura di Giovanni Sacchi. Celebre designer, progettista e modellista, Sacchi ha lavorato assieme ad alcune delle più importanti firme del design e dell’architettura italiana realizzando prototipi e modelli per Aldo Rossi, Marcello Nizzoli, Franco Albini, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Ettore Sottsass e Marco Zanuso. Caratterizzata da una forte dimensione artigianale, la pratica di Sacchi è stata strettamente legata allo spazio della sua bottega, oggi circondata dall’archivio a lui intitolato. Ed è in questa sede che gli interventi di Pasquale Loiudice, Annamaria Maccapani e Giulia Sacchetto, Guglielmo Poletti, Marco Secondin e Livia Sperandio sono stati allestiti, adagiandosi in un contesto particolare e già densamente caratterizzato. Tra macchinari, strumenti, modelli e prodotti finiti, emergono con discrezione le opere in mostra, esplicitando il ruolo acquisito di intermediari nel dialogo inconsueto costituitosi tra il mondo esterno e quello a sé stante del laboratorio. Lo spirito collaborativo della bottega rivive in Collaborazione (2017) di Annamaria Maccapani e Giulia Sacchetto che, attive come duo dal 2013, applicano la propria poetica sul sistema relazionale al mondo di Sacchi, intrecciando letteralmente i propri fili di cotone con gli strumenti del modellista, riadattandoli sì ad un nuovo utilizzo, ma soprattutto riportandone in funzione, assieme ai meccanismi, la loro capacità di dare vita a nuove visioni. Diversamente, con Secondo traccia (2017) Livia Sperandio opera un’inversione di prospettiva concentrando l’attenzione sull’origine del processo lavorativo. Una sedia, modello realizzato da Sacchi, diviene soggetto di una fotografia scattata con pellicola ortocromatica che, eliminando la scala dei grigi, accentua la resa grafica dell’immagine riportando la nostra immaginazione dall’oggetto-modello al suo disegno. Come nuovi poli magnetici gettati in uno spazio definito da propri e preesistenti equilibri, i lavori in mostra trasformano il senso della bottega, da luogo di lavoro a spazio espositivo, dimostrandosi non solo risultati di un processo bensì attivatori di un nuovo punto di vista. Relazione di appartenenza è il primo esito dell’incontro dei curatori Giulia De Giorgi, Michela Murialdo, Giovanni Paolin, Roberta Perego e Davide Spagnoletto, ex-studenti del corso per curatori della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che hanno dato vita a Pierre Dupont: identità inafferrabile poiché sintesi di diverse personalità e tensioni, attenta però a catalizzare le proprie energie in un’unica direzione con lo scopo di provare e trasmettere “la sensazione che c’è solo da vedere cosa succede” (la mostra sarà visitabile fino a domani presso lo spazio MIL, via Granelli 1, Sesto San Giovanni, Milano). (Alessandra Franetovich)

In home page: Annamaria Maccapani e Giulia Sacchetto, Collaborazione, 2017, photo courtesy  Lorenzo Palmieri
Sopra: Livia Sperandio, Secondo traccia, 2017, photo courtesy di Silvio Russo

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